Politiche sociali. “In atto una guerra tra bande: no a patti scellerati”, a dirlo Clelia Gorga. “Pronti a mandare gli atti all’anticorruzione di Cantone: il coordinatore d’ambito sia persona specchiata e di indubbia moralità”. Sul banco degli imputati, messo dalla rappresentante del Pd a Palazzo Baronale, è il responsabile delle Politiche sociali, il vicesindaco Donato Capone, tirato in ballo – anche se non viene fatto esplicitamente il Clelia-Gorga

suo nome – sulla questione riguardante il ruolo del coordinatore d’ambito.
“Sul tema delle politiche sociali si sta giocando una guerra politica sporca e senza rete – è l’esordio senza mezze misure fatto da Clelia Gorga -. A discapito dei disabili, di chi per sua sfortuna è affetto da gravi patologie, c’è chi ha deciso invece di forzare la mano e cercare ancora una volta di far saltare il banco”.
E ancora: “C’è chi, evidentemente, non ha assolutamente a cuore le sorti dei nostri concittadini più sfortunati ma li considera un numero o peggio uno strumento per fare carriera o far fare carriera a qualche sua protetta/o”.
“Le politiche sociali – continua il comunicato del consigliere comunale Pd – non possono rappresentare merce di scambio, né lotte tra bande al fine di imporre il capo clan: bisogna vigilare sulla trasparenza e la correttezza della gestione del concorso e soprattutto del profilo poi che come dirigente sarà al vertice di un così delicato settore. Personalmente – segue – mi impegnerò a controllare ogni minima manovra ed interpellare direttamente l’autorità anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone per metterlo al corrente di progetti, atti e persone”.
Poi arriva la precisazione: “Soprattutto sul ruolo del coordinatore d’ambito bisognerà fare molta attenzione: non è ammissibile che un coordinatore d’ambito tra le cui competenze vi è anche il monitoraggio e la programmazione sociale possa valutare ed e/o assegnare progetti quando si ha una posizione di palese conflitto di interessi con la figura di coordinamento. E’ evidente – spiega – che si tratta di un ruolo delicato e super partes che dovrà essere assunto da chi ha una formazione curriculare nella pubblica amministrazione e la cui azione sia del tutto priva di qualsiasi tipo di sospetto di una eventuale conflittualità”.
“No, dunque, a vestitini cuciti su misura, no a affari politici alle spalle di chi soffre. Le politiche sociali siano guidate da chi ha una specchiata moralità, un’assoluta distanza da ambienti criminali e/o chiacchierati”, è la conclusione al veleno di Clelia Gorga. A stretto giro arriva la risposta alla Gorga, però non dal vicesindaco Capone, ma direttamente dal sindaco Ciro Borriello.

“Quelle che vengono avanzate dalla consigliere del Pd Clelia Gorga sono accuse generiche ed estremamente superificiali – esordisce il primo cittadino -. Per scegliere il prossimo coordinatore d’ambito è stato promosso uno specifico concorso, con tanto di commissione giudicante composta da commissari dall’alto profilo morale e che sicuramente non possono farsi condizionare dalla “politica”. Concorso, è meglio ricordarlo, al quale hanno deciso di partecipare venti concorrenti – ha continuato il sindaco -.
Mi spiace che un consigliere comunale che considero molto attivo scivoli in maniera così clamorosa su un argomento tanto sentito, “sparando nel mucchio” senza portare a supporto delle proprie tesi un benché minimo riscontro oggettivo”.
Poi: “Al consigliere Gorga e a quanti nutrono dubbi sulle procedure per l’individuazione del coordinatore d’ambito voglio ricordare che, prima delle ferma volontà della mia giunta di avviare le procedure concorsuali, c’era chi aveva ipotizzato che potesse essere direttamente il sindaco a procedere a tale scelta. Se ho voluto che fosse invece una commissione a fare le proprie valutazione, è proprio per operare nella massima trasparenza in un settore che questa amministrazione considera – e in questo concordo con l’esponente del Partito Democratico – di fondamentale importanza. Per altre figure, come prevede la legge, la scelta spetta solo ed esclusivamente al sindaco e per queste scelte non mi sono mai tirato indietro. A chi dopo questa spiegazione dovesse nutrire ancora qualche dubbi – conclude Ciro Borriello -, infine, ricordo le procedure seguite per il concorso nel corpo di polizia municipale nel corso della mia passata esperienza amministrativa: mai, a mia memoria, c’è stato un concorso così limpido e trasparente”.