Crac Deiulemar, nel processo d’appello di mercoledì sono aumentati i dubbi e le incertezze da parte del popolo degli obbligazionisti, accorsi, ancora una volta, a Roma per seguire da vicino le fasi del procedimento. Durante la seduta dell’altro giorno, a sfilare, sul banco dei testimoni, sono stati i direttori dei sei istituti di credito che hanno intrecciato negli anni rapporti di lavoro con i soci della fu Deiulemar: in particolare, è stato chiesto notizie a riguardo dello scomparso “capitano” Iuliano. Domande che non hanno avuto risposte e che hanno creato non pochi dubbi ed imbarazzo per il popolo di truffati dal “più grosso crac in Italia dopo quello della Parmalat”. Nel 2014, in primo grado i giudici romani della quarta sezione penale del Tribunale capitolino, aula Occorsio, dopo quasi nove ore di camera di consiglio, inflissero 17 anni e 2 mesi di carcere ad Angelo Della Gatta, stessa sorte toccata al fratello Pasquale, mentre la sorella Micaela fu condannata a 9 anni e 10 mesi di reclusione. Lucia Boccia, invece, fu condannata a 8 anni di pena. A Giovanna Iuliano furono inflitti 10 anni e 2 mesi di detenzione. 9 anni e 2 mesi, invece, andarano a Maria Luigia Lembo. Per finire, Giuseppe Lembo che fu condannato a 15 anni e 8 mesi di reclusione. A questi vanno aggiunti i 4 anni e mezzo presi da Leonardo Lembo, grazie al patteggiamento nelle fasi iniziali del processo. In più, ai tre fratelli Della Gatta (Angelo, Pasquale e Micaela) furono comminati 600 euro di multa. Mentre per Maria Luigia Lembo la multa fu di 400 euro. Per tutti scattò l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di effettuare attività commerciali per 10 anni. Tutto questo mentre nei giorni scorsi il Comitato dei Creditori, ha comunicato che il debito totale è aumentato e progressivamente si sta avvicinando al miliardo di euro. Prossimo appuntamento a Roma fissato per il 12 maggio.