Napoli – Polizia. L’U.S.I.P. di Napoli (Sindacato di riferimento U.I.L. Confederale) “gravi problematiche strutturali, di igiene e sicurezza all’interno della Caserma di Polizia “Iovino” in Via Medina”

“La Caserma di Polizia Iovino vige uno stato di degrado che non fa onore a servitori dello Stato quali noi siamo. Le carenze strutturali ed igieniche diffuse possono mettere a repentaglio la sicurezza delle donne e degli uomini in divisa che hanno sede lavorativa in quella caserma, circa 200 operatori. Stiamo scrivendo in queste ore anche ai Vigili del Fuoco, all’ASL di Competenza ed al Sindaco De Magistris affinché la questione sia finalmente affrontata.
Non siamo più disposti a sentirci dire che bisogna far prevalere il senso di responsabilità, dietro il quale spesso si celano poi problemi non risolti. Il nostro “senso di responsabilità”, su questi temi, è terminato”.

È quanto fa sapere in una nota Roberto Massimo, Segretario Generale di Napoli della U.S.I.P, Sindacato di Polizia della U.I.L. nel Comparto Sicurezza.



“Si sta assistendo ad un rimbalzo di competenze, responsabilità e doveri (da evitare quando si tratta  di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori) anche rispetto a quel complesso ed articolato serbatoio di misure di prevenzione e protezione tecniche, organizzative e procedurali, che dovrebbero essere adottate dal datore di lavoro e dai suoi collaboratori in particolar modo”.

“Non è concepibile – continua il Segretario – che nel 2021 si pensi di chiedere il bollo auto ai dipendenti per fargli ottenere un semplice pass parcheggio e non si pensi invece alla tutela della salute ed al benessere di quel personale che garantisce quotidianamente l’Ordine e la Sicurezza Pubblica alla collettività. Ritengo – conclude Massimo – che maggiore sia la serenità e la garanzia dei diritti degli uomini e delle donne in divisa, maggiore sia l’efficienza dell’apparato Stato per la cittadinanza italiana.
Numeroso il materiale fotografico in nostro possesso che attesta lo stato di degrado dei luoghi. Auspico che, nel mentre si decida a chi spetti e come si debba intervenire, nessuno si faccia male”.