L’ultima trovata lascia parecchio di stucco.
Lo staff del presidente ha infatti messo in circolazione i dati sensibili e i conti correnti di coloro che ha aiutato con soldi a fondo perduto (1.000 euro per i professionisti e 2.000 euro per le imprese).
Palazzo Santa Lucia ha scritto una lettera agli studi professionali per informarli che la domanda per il contributo era stata accettata.
La comunicazione, inoltrata tramite pec, non è però partita dagli uffici amministrativi che hanno fatto l’istruttoria, ma da quello del capo di gabinetto.
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Non solo, perché la Regione nella email ha rivelato tutti gli indirizzi pec dei beneficiari che hanno fatto domanda per il contributo. Un vero e proprio schiaffo alla privacy.
Ma l’assurdità non finisce qui, perchè attivisti politici DEM vicini a De Luca hanno poi fatto girare su Whatsapp l’elenco di professionisti e imprese in difficoltà , con tanto di codice fiscale, partita Iva e Iban. Dati personali e sensibili che appartengono solo alla banca dati della Regione e come tali dovrebbero rimanere.
“Consentire che i dati personali e sensibili delle persone, tutelati legalmente, escano dall’amministrazione rappresenta una falla nella credibilità dell’amministrazione regionale – ha detto Severino Nappi, presidente del movimento civico Campania -.
È un attentato alla privacy, un furto di dati, che getta soggetti deboli e a rischio, nelle fauci di organizzazioni criminali”.