Secondo infatti quanto disposto dal Governo, nel periodo compreso tra il 12 maggio e il 31 luglio 2020 i Capi degli Uffici Giudiziari — si sottolinea nella lettera “con il parere non vincolante dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati” — dovranno adottare le dovute misure di sicurezza per poter riprendere le attività giudiziarie.
“La Giustizia Italiana è caduta nel caos”, scrivono Luisa Liguoro, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata e l’avvocato Ester De Martino, consigliere e segretario dell’Ordine, in rappresentanza di tutto il Consiglio, “nelle ultime settimane i Dirigenti dei Tribunali italiani, facendo applicazione di quanto ad essi demandato, senza tener in debito conto i motivati pareri dell’Avvocatura, hanno elaborato una moltitudine di protocolli. Quasi sempre più di uno per ciascun Tribunale”.
“Il diritto italiano — prosegue la lettera — si basa su norme scritte e i Giudici possono solo applicare le stesse, non possono crearle dal nulla. Inoltre, i cittadini devono conoscere preventivamente i precetti che disciplinano i loro comportamenti: è per questo che le leggi devono essere scritte e accessibili a chiunque”. Insomma, la pluralità di linee guida, spesso piuttosto caotiche e poco chiare, è stata sostenuta una violazione insostenibile di tutti i principi del diritto processuale, nonché un vero e proprio colpo al principio della certezza del Diritto.
“La babele del diritto è una mortificazione che la già troppo oltraggiata Giustizia Italiana non merita! Se una deroga emergenziale era necessaria, nel rispetto dei fondamentali canoni che da millenni reggono il processo, ci aspettavamo che almeno essa fosse univocamente disciplinata e, soprattutto, che ciò fosse fatto in tempo utile per la ripresa. Quest’onere spettava al Ministero della Giustizia che, al contrario, si è ingiustificatamente sottratto a tale doverosa incombenza”.
In conclusione, scrive il Consiglio dell’Ordine: “Ci sembra doveroso esortare S.V. Ill.ma (ministro Alfonso Bonafede, ndr) alla immediata redazione di linee guida univoche per tutti gli Uffici Giudiziari italiani, con contestuale indicazione dei parametri entro i quali, unicamente in ragione di peculiari esigenze logistiche, ciascun Dirigente di Tribunale possa discostarsi dalle stesse. Gli Avvocati, in mancanza di un intervento univoco e tempestivo, si vedranno costretti ad una protesta che, in questo delicato momento, essi stessi vorrebbero scongiurare. In ogni caso, essi porteranno a conoscenza dei cittadini i cui diritti hanno il compito di tutelare, la situazione di incertezza in cui è piombato l’esercizio della giurisdizione”.