Il Maestro Fontanarosa dice la sua sulle spese dell’Amministrazione su alcune attività
In queste settimane si è molto discusso in merito alla spesa sostenuta dall’Amministrazione Comunale per gli eventi del cartellone natalizio. Noi de La Torre abbiamo contatto un esperto in materia di eventi e cultura, ovvero Leopoldo Fontanarosa, che attualmente ricopre la carica di direttore dell’Orchestra della Compagnia degli Artisti, progetto dell’Arcidiocesi di Napoli condiviso col Ministero della Giustizia. Le sue attività vantano riconoscimenti internazionali e i suoi giovani virtuosi si sono recentemente esibiti alla RAI e d in Senato…
“Impossibile non notare, in una città stretta dalla crisi economica e dalla “crisi Deiulemar”, il modo in cui sono stati spesi i ben 250.000 euro previsti per queste attività. La storia inizia quando sull’organizzazione degli eventi natalizi l’assessore alla cultura Antonio Boschetti e quello agli eventi Lorenzo Porzio vengono improvvisamente “commissariati” dal sindaco e viene imposta la direzione artistica di Mariano Rigillo, con il primo esborso di ulteriori 7.500 euro per il noto attore. Rigillo, da grande nome quale è, ha ovviamente coinvolto artisti “di grido” (dal cachet molto elevato).
Purtroppo però, dati i tempi molto ristretti (Rigillo ha avuto l’incarico a metà novembre) ed evidenti problemi n ella macchina organizzativa, il cartellone di eventi si è trasformato da investimento per il territorio quale doveva essere, in un vero fallimento.
Prendiamo ad esempio “le comiche” che sono successe con i due eventi di punta, i concerti di Luis Bacalov e di Marcello Rota (che non è né figlio né parente del compianto Nino Rota), costati alle nostre tasche ben 55.000 euro.
Gli organizzatori non sapevano nemmeno che, per una norma stranota del diritto canonico (ma bastava il semplice buonsenso), in chiesa certa musica non è possibile suonarla. Gli assessori avevano richiesto la basilica di Santa Croce per eseguirvi un programma di colonne sonore da film. Immaginate ora un’orchestra di 60 elementi che esegue “i vitelloni” o “django” nel luogo più sacro per noi torresi, se non sacrilego sicuramente sarebbe stato di cattivo gusto. Il parroco, come suo obbligo, ha applicato le norme e ha chiuso le porte ad entrambi gli eventi. Per rimediare hanno poi inviato l’assessore Boschetti a mediare con alcune modifiche al programma per renderlo “più sacro”, peccato che vi abbiano inserito lo “Stabat Mater” che tutti sanno si esegue a Pasqua e non a Natale!
I concerti sono stati quindi spostati al teatro Corallo, con un ulteriore esborso di 8.000 euro, dove è stata messa a disposizione una sala di appena 400 posti. Ma i torresi non erano 88.000? Non era possibile individuare un altro luogo dove far partecipare più persone? Conclusione, abbiamo pagato coi nostri soldi un biglietto di circa 70 euro a testa per far ascoltare questi due concerti ai soliti notabili. Pensare che per lo stesso concerto di Bacalov a Torino si pagavano 25 e uro. La cosa che poi lascia ulteriormente allibiti è stata la voce di alcuni giornali che invece di chiedere conto agli amministratori di questi errori, hanno attaccato il parroco.
Quando collaboravo con l’assessorato alla cultura della Città di Genova, il cartellone di Natale si stabiliva a settembre e si allertavano Confcommercio, Federalbergatori e ristoratori affinché preparassero p acchetti per i singoli eventi in modo tale che le persone attirate dal “ grande nome” da tutta Italia e dall’estero mediante una pubblicità m assiccia, avessero il tempo per organizzarsi il viaggio e fossero poi i nvogliati a vivere la città e quanto offriva e magari a rimanervi per tutte le feste. Fare un cartellone a dieci giorni dall’inizio degli eventi, pubblic izzandolo pochissimo e male e non attivando alcuna rete significa buttare soldi. Per questi motivi la mia associazione musicale, che opera da quattordici anni sul territorio, ha rifiutato di collaborare con questa amministrazione pur essendo stata invitata a farlo. Agli assessori e al sindaco ricordo le parole del beato Vincenzo Romano: “fate bene il Bene”, ossia non limitatevi a fare le cose, ma fatele se le sapete fare e fare bene”.
Maria Consiglia Izzo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 29 gennaio 2014