Vìola gli arresti domiciliari, si ubriaca e viene arrestato. Crescenzo Matrone, dipendente della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti in città, pregiudicato di 49 anni, agli arresti domiciliari per aver incendiato un bar, la scorsa giornata ha pensato bene di abbandonare l’abitazione dove sta scontando la condanna per carabinieri-arresto-manette

andarsi ad ubriacare. La cosa sarebbe passata inosservata (e l’avrebbe passata liscia) se non fosse stato per il fatto che l’abuso di alcol gli è stato particolarmente dannoso. Infatti, dopo l’abbondante bevuta, Crescenzo Matrone ha perso i sensi. Le persone presenti sul posto (a pochi passi dall’abitazione dell’uomo) hanno chiamato il 118. Subito, il 49enne è stato trasportato all’ospedale Maresca e proprio qui è stato scoperto che l’uomo in realtà era un pregiudicato che aveva evaso l’obbligo dell’arresto presso il proprio domicilio. Subito informate le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale compagnia guidata dal capitano Michele De Rosa, che, una volta accertato che il Matrone aveva ripreso i sensi e che stava in buono stato di salute, gli hanno stretto le manette ai polsi per condurlo nel carcere di Poggioreale per scontare il resto della pena.

Ricordiamo che Crescenzo Matrone il 7 giugno del 2013, sempre ubriaco aveva incendiato l’esterno di un bar dove si erano rifiutati di servigli alcoolici. Infatti, i militari dell’Arma dopo aver raccolto le prove, ritennero che c’erano gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Crescenzo Matrone, 49 anni, residente in via Cappella Bianchini, ritenendo che la notte del 7 giugno 2013, aveva cosparso di liquido infiammabile il pavimento e la parete esterna di un bar su via Cristoforo Colombo, di proprietà di un 38enne del luogo, dandovi fuoco e provocando lievi danni al muro esterno del locale. Il 49enne fu identificato dai carabinieri grazie ai fotogrammi della video sorveglianza del locale pubblico. Poi, durante la perquisizione domiciliare dell’abitazione dell’uomo, i militari dell’arma, guidati dal capitano Michele De Rosa, hanno rinvenuto gli abiti utilizzati dall’uomo durante l’azione criminosa. Gli uomini del capitano De Rosa ritennero che, il gesto sia riconducibile ad una lite verbale nata nel pomeriggio precedente col proprietario del bar che si era rifiutato di servigli alcoolici in quanto il 49enne era già palesemente ubriaco. L’uomo, già con precedenti, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il primo dicembre  2013 dal gip di Torre Annunziata per incendio doloso, fu condotto prima al carcere di Poggioreale e gli furono concessi gli arresti domiciliari. Ora, però, per lui si sono nuovamente aperte le porte del carcere napoletano.
Alan