Economia

In questi giorni abbiamo visto il titolo Fiat, in caduta libera sul listino azionario italiano. La situazione ci ha riportato subito alla mente “l’esuberanza irrazionale” che imperversava in borsa agli inizi del 2000. Un breve escursus del titolo è sicuramente esplicativo. Il 18 aprile 2005 l’azione Fiat quotava 4,775 euro. Il 2 maggio del 2006 quotava 11,29 (si era già triplicato in un anno). Il 13 novembre dello stesso anno quotava 15,17. Il 9 luglio 2007 dopo due anni l’azione quotava 23,88 euro. Facendo due velocissimi calcoli, ben il 400% di rendimento per chi aveva acquistato le azioni Fiat nel 2005 e le aveva venduto dopo due anni nel periodo temporale da noi preso in considerazione. All’inizio di quest’anno il titolo è sceso a 15,55 euro. In poco più di cinque mesi ha perso il 40%. Ci chiediamo se sia stato corretto premiare in borsa l’azienda FIAT in maniera così forte e marcata. E’ vero che il piano industriale ha dato dei buoni frutti. E’ vero che le vendite sono aumentate. E’ vero che è stata rinnovata tutta la produzione auto. Ma i numeri aziendali, seppur positivi, non hanno avuto una simile evoluzione. Rinnoviamo a tutti l’invito alla prudenza. L’investimento azionario deve sempre essere accompagnato da un attento studio e valutazione dell’azienda, mettendo da parte l’idea di facili guadagni.

Sergio Ciaravolo