Su Martina Caironi sono state scritte tante parole. E ne vanno aggiunte ancora altre per raccontare l’oro continentale numero sette della carriera ed il 18° podio internazionale. Nel lungo T63 la plurimedagliata iridata e paralimpica fa centro con un salto da 4,91 metri, una misura inarrivabile per le avversarie bloccate a 4,30 (la belga Gitte Haenen) e 3,77 (l’olandese Fleur Scouten).
Per ora World Para Athletics la chiama migliore prestazione mondiale, ma per noi vale come primato iridato, un riconoscimento ufficiale che arriverà a fine anno a seguito dell’introduzione delle nuove classificazioni. La Caironi, oro anche ai Mondiali di Londra 2017 nella stessa specialità, festeggia saltellando in pedana con la bandiera italiana: “Mi sono sentita volare. Ho abbracciato i miei due allenatori quasi con le lacrime. Sono vicina ai 5 metri e sono contenta che sia un arrivarci graduale dopo il grande lavoro di quest’anno. Aspettate domenica per un altro show sui 100 metri”.
Oney Tapia non è voluto essere da meno. L’argento paralimpico di Rio si conferma campione europeo nel disco F11. Il lanciatore non vedente torna finalmente a calcare un palcoscenico internazionale dopo l’ultima sua uscita in maglia azzurra risalente a due anni fa e lo fa in modo eclatante. Vince la sua gara e al terzo lancio sigla il nuovo record del mondo di 46,07. Quest’anno si era già concesso questo vezzo, ma Berlino gli regala ancora 42 centimetri. Il discobolo azzurro dice: “Sono felicissimo. Ero un po’ preoccupato per un dolore alla spalla e sono partito piano con un 38,06 e un nullo. Poi mi sono tranquillizzato ed è uscito un bel lancio alla fine. Con il mio allenatore Guido abbiamo lavorato tantissimo e questa medaglia è un regalo all’Italia e agli atleti che sono rimasti a casa”. Senza dimenticare di fare un appello a cui tiene molto: “I ragazzi con disabilità devono imparare a tirare fuori le loro qualità. Genitori, dategli questa possibilità. Tutti insieme possiamo farcela”.
Dalla pista arrivano poi altre grandi soddisfazioni. Raffaele Di Maggio corre una gara perfetta, abbassa il suo personale di quasi un secondo (50.86) e conquista un argento importante nei 400 riservato ad atleti T20 con disabilità intellettivo relazionali. Il velocista siciliano è orgoglioso: “Sono contentissimo, ho dato il mio cuore in questa gara. Ero un po’ emozionato, ho provato a seguire il portoghese (Sandro Correia Baessa, oro), ma lui si allontanava sempre più e quindi ho deciso di concentrarmi su di me. Dedico questa medaglia alla mia famiglia e al mio allenatore Orazio. Se ho fatto questo risultato, è grazie a lui e al lavoro che facciamo tutti i giorni al campo”.
Simone Manigrasso sale sul terzo gradino del podio sui 200 a categorie accorpate T44/64 con una prestazione da 23.11: “Volevo andare sotto i 23 secondi ma questo bronzo vale comunque tantissimo. È stato un anno molto duro, pieno di impegni e anche con un paio di infortuni. Questo podio mi ripaga dei sacrifici di tutti i giorni”. Nella stessa finale Emanuele Di Marino chiude all’ottavo posto in 25.35: “Gareggiare per me non è il massimo, sapendo di essere svantaggiato perché sono di un’altra categoria. Ora comunque voglio puntare alla prossima gara e alla staffetta”.
Dopo due medaglie internazionali di staffetta arriva anche il primo alloro individuale per Andrea Lanfri. Nei 200 T62 lo sprinter lucchese conquista il bronzoanche se con un po’ di rammarico:“Ero quasi argento, ma ho avuto un piccolo problema sul rettilineo. C’è stata un po’ di emozione, ma la medaglia è più che meritata. Ce l’ho fatta”. Quarto l’altro Azzurro Luca Campeotto che termina la sua prova in 26.07: “Non sono soddisfatto, puntavo sinceramente a qualcosa di meglio”.
Per Farhan Hadafo Adawe invece i 100 T52 di Berlino rappresentano un battesimo ufficiale che ricorderà a lungo. Anche il suo colore è il bronzo, una medaglia che premia un ragazzo, nato in Somalia ma di passaporto italiano, che ama la corsa in carrozzina: “Sono troppo emozionato. Pensavo di essere quarto e invece sono arrivato sul podio. Ci ho messo tutta la voglia, la mia famiglia e i miei amici”.
Diego Gastaldi taglia il traguardo dei 400 T53 in 55.88 ed è un po’ più soddisfatto di questo quarto posto rispetto a quello di ieri: “I miei avversari sono imbattibili ma io ho fatto meglio di quanto mi aspettassi. Questa pista è lenta, io mi sono tenuto cauto in partenza e questa strategia mi ha premiato”.
Il giovane Riccardo Bagaini è sesto nei 100 T47 con 11.60: “Sono deluso, ho corso male e ai blocchi mi sono agitato. Gli altri sono stati più forti. Mi aspetto di più sui 200”.
È personal best invece per la diciottenne ipovedente Carlotta Bertoli che ferma il cronometro a 28.91 ed è settima nei 200 T13: “Il mio obiettivo era fare il personale e per me è come aver vinto una medaglia. Ho solo avuto paura di sbandare e cadere visto che ero in prima corsia”.
Dopo una gara dalla lunghezza infinita, l’oro del peso F33 Giuseppe Campoccio si classifica in quarta posizione nel giavellotto a categorie accorpate con atleti F34. La sua migliore misura è di 20,93: “È stata una prestazione sottotono, dovevo tirare di più ma ho pagato la stanchezza di un’attesa di tre ore prima di poter lanciare. Sono però contento che l’oro di ieri sia servita da sprone ai giovani che oggi hanno conquistato medaglie importanti, rendendo questa giornata meravigliosa”.
Domani tornano a gareggiare Riccardo Bagaini nei 200 T47 e Diego Gastaldi negli 800 T53, mentre Simone Manigrasso ed Emanuele Di Marino affronteranno il turno di qualificazione dei 100 T44/64 con l’esordiente Marco Cicchetti.