AVVOCATI DEL DIAVOLO

L’Italia, come noto, è un Paese nel quale esiste una illegalità abbastanza diffusa, che viene realizzata in tutti i contesti e che non conosce differenze di classe. L’ambito geografico del napoletano, a sua volta, ci pone dinanzi a frequenti esempi di mancato rispetto delle regole, che si concretano, purtroppo, anche in ripetute manifestazioni di carattere criminale. A fronte del dilagare dell’illegalità l’atteggiamento di molti cittadini è quello di vera e propria rassegnazione, derivante, in molti casi, dalla sfiducia nei confronti della classe politica, sia nazionale che locale. La scarsa credibilità di coloro che rappresentano i cittadini è tale che, non di rado, costituisce un vero e proprio incentivo a violare le regole. Il ragionamento che molti operano, infatti, è pressappoco il seguente: se chi ci governa non rispetta la legge, per quale motivo noi cittadini dobbiamo sottostare alla stessa? Facile spiegare, peraltro, anche il ‘fascino’ che alcuni personaggi politici esercitano sui cittadini meno onesti, nel momento in cui, ad esempio, si rivolgono a questi ultimi con promesse di sanatorie delle violazioni commesse; non a caso la parola che più di tutte sembra avere effetto sull’attenzione di non pochi elettori è “condono”. La responsabilità della classe politica è, dunque, grande e deve condurre ad una seria riflessione sia coloro che si candidano a rappresentare gli elettori che questi ultimi: i primi, infatti, dovrebbero porre al centro del loro programma il rispetto della legge, anche a costo di decisioni estreme (si vedano le recenti dimissioni del sindaco di Torre del Greco); i secondi, invece, dovrebbero indirizzare il loro voto a coloro che dimostrino di volere a gire nell’osservanza delle norme di diritto e di non voler cedere alla tentazione di assecondare, magari per ragioni elettorali, interessi che confliggono con il bene comune.
Alessandro e Giovanni Gentile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 marzo 2013