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Alcune delle frasi più ricorrenti di oggi sono “finché c’è la salute”, “ basta la salute”, ma i giovani che rapporto hanno con essa? Si preoccupano di loro stessi e del loro benessere? Grazie ai continui progressi, non solo tecnologici ma anche sanitari e igienici, è molto più semplice salvaguardare la n ostra salute. Ma è ormai risaputo che sono molti i fattori di preoccup azione, legati specialmente all’eccessivo consumo di alcol e fumo, alla cattiva alimentazione, alla carenza di attività fisica e alla trasmissione di malattie veneree, che dovrebbero essere revisionati per consentire ai ragazzi di condurre una vita più sana ed equilibrata. Se consideriamo, per esempio, questi periodi caratterizzati da afa e alte temperature, i giovani si proteggono a sufficienza? Second o un recente sondaggio è stato stimato che circa il 70% dell’espos izione al sole di tutto il corso della vita si concentra entro i 17 anni e che almeno 6 giovani su 10, tra i 1 5 e i 25 anni, non si proteggono dai raggi solari. E cco il motivo per cui nascono le protezioni con abbronzanti e quanto altro. Ma focalizziamo ora l’attenzione su qualcosa di più “quotidiano”: il cibo. Gli esperti usano definire il cibo consumato dalla maggior parte dei ragazzi “cibo spazzatura”, ovvero tutti quegli alimenti che apportano una grande quantità di calorie e che mancano di sostanze di rilievo per l’organismo. Ci riferiamo dunque alla patatine di ogni genere, bibite gassate quali aranciata e cola, merendine e, in modo particolare, tutto ciò contenuto nei fast-food. E’ impossibile c onvincere un giovane a consumare uno yogurt anzicchè un frutt o e lo è altrettanto convincerlo a bere acqua anzicchè bibite gasate. Ovviamente non mancano le eccezioni. Anoressia e bulimia, infatti, colpiscono tra le 150 e le 200mila donne nel nostro Paese e rappresentano la prima causa di morte per malattia tra le giovani italiane di età compresa tra i 12 e i 25 anni. Insomma si tratta di dati che mettono in risalto una Italia carente dal punto di vista della salvaguardia della salute della popolazione e che necessita assolutamente di un programma tale da riuscire a salvare il salvabile.
Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 luglio 2012