IL CASO

Da politici a dipendenti privati, sono quattro i consiglieri comunali che, una volta impiegati a Palazzo Baronale, hanno anche trovato lavoro in azienda, recando all’ente una spesa di 20.000 pubblici euro in pochi mesi. I soldi sono stati versati alle aziende dal comune per rimborsare la loro assenza dal nuovo posto di lavoro, durante le ore in cui erano impegnati in quella che un tempo era la nobile arte della politica, che li richiedeva partecipi alle “gettonate” riunioni delle commissioni del Palazzo di Città, e alle quali si sono raramente sottratti. Un altro intoppo al naturale svolgimento delle cose per l’amministrazione guidata da Malinconico, che già a luglio vedeva Domenico Maida, allora con Borriello ed appena passato a Diritti e Libertà, impiegato nella sua vecchia ditta Dibiemme Building Enterprise, che ha incassato fino ad ottobre 8.255 euro per le ore di permesso da lui richieste. Medesima storia per il settantatreenne esponente dell’ Udc Antonio Donadio, che risulta tra i dipendenti della ditta Gel, tra i cui vertici c’è anche il figlio Nicola, e alla quale il comune ha versato 4.637 euro da luglio a settembre. Il terzo esponente della maggioranza è Vittorio Guarino, assunto dalla Tea System di Pomigliano D’Arco, che con i suoi congedi in quegli stessi mesi è costato 2.072 euro. Per l’opposizione, il capogruppo dell’Api Pasquale Brancaccio, da sempre gestore in ambito immobiliare, diventa dipendende della Ennebi, fruttandole 4.110 euro. Tutto, ovviamente, legalmente lecito.
Luca Marino

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 30 gennaio 2013