Amor vincit omnia, questo il messaggio di “Pompei”, la rappresentazione portata in scena lo scorso week-end dalla compagnia VersiControVersi al Teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei.
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Nata da un’idea di Lino Bello e Giovanni Cutolo, rispettivamente sceneggiatore-regista e scenografo-costumista della commedia, l’opera celebra la forza creatrice dell’Amore in contrapposizione, nello specifico, con quella distruttrice del terribile Vesuvio e quella, forse ancora più deleteria, del pregiudizio comune.
Del resto il sottotitolo del lavoro, 24 agosto-79 D.C., è esemplificativo: in quella data ci fu la devastazione di Pompei ed Ercolano, a causa della tremenda eruzione del nostro vulcano, che rimane ancora oggi uno dei più pericolosi al mondo.

La commedia narra la storia di un matrimonio stipulato tra due famiglie e si svolge in un arco di soli 16 ore, dalle ore 20.00 del 23 agosto alle 12.00 del 24 agosto del 79 D.C. I luoghi sono naturalmente quelli del sito archeologico pompeiano, mentre i personaggi sono in parte realmente esistiti e in parte frutto della fantasia degli autori. Accurata la ricostruzione storica nei costumi e nella cronologia degli eventi, con riferimenti alla lettera di Plinio il Giovane a Tacito; oggi recenti studi metterebbero in discussione data ed ora dell’eruzione, ma il lavoro teatrale, pur tenendone conto, ha riadattato la verità storiografica all’esigenze del copione. Convincenti gli attori e molto coinvolgente la ricostruzione scenografica di una delle tragedie più terribili della nostra storia. Di grande impatto emotivo anche il messaggio morale della rappresentazione: solo la forza dell’amore può far rinascere la vita e la speranza anche dalle ceneri della più terribile devastazione.
Marika Galloro