Lo spostamento della sede legale nel varese equivarrebbe a un declassamento

In migliaia si sono ritrovati a Napoli, lunedì 3 ottobre, manifestando in difesa del proprio lavoro. Le quattro sedi campane dell’Alenia Aeronautica (Casoria, Pomigliano, Nola e Capodichino) contano oltre 4 mila dipendenti, tra questi, centinaia provenienti dai paesi vesuviani.
Il piano industriale presentato dall’azienda prevede la chiusura dello stabilimento di Casoria (400 lavoratori saranno assorbiti dalla sede di Nola), il trasferimento delle sede legale da Pomigliano a Venegono (Varese) ela fusione dell’Alenia con la controllata lombarda Aermacchi. La ragione sociale è già stata “ritoccata” in Alenia Aermacchi S.p.A..
Ai microfoni de LaTorre la testimonianza di Italo Carrabba, 33enne torrese, montatore aeronautico da 11anni in Alenia: “Ricordo che, quando entrai in azienda, girando tra i reparti si vedevano decine di lavorazioni differenti portate avanti da centinaia di operai. Si fabbricavano, anzi, altri capannoni per far posto a nuovi lavoratori e a mansionamenti sempre più specializzati. Con gli anni, poi, un po’ per la crisi ma soprattutto a causa della cattiva gestione dirigenziale, gran parte delle lavorazioni sono state esternalizzate, i reparti svuotati e interi capannoni smantellati”.
Franco e, al contempo, sentito il giudizio sulla problematica situazione attuale: “Trasferire la sede legale a Venegono significa trapiantare il cervello dell’Alenia al Nord. Con tutta probabilità questo è solo l’inizio di un progetto di maggior respiro che mira alla dislocazione dell’intera produzione civile”. “La realtà è che, per far fronte alla crisi generale, si sta frodando il Sud, facendo leva sugli ammortizzatori sociali, di un bene prezioso quale il lavoro”.
A non certo rasserenare gli animi, aleggia l’ombra, come ribadito dai sindacati della Fiom e della Cgil, che il piano di rilancio sia stato orientato da decisioni politiche piuttosto che di carattere strategico-industriale.
Simone Ascione
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 12 ottobre 2011