“Cercherò – spiega l’astrofisico Clementina Sasso – con questo post di fare chiarezza e darvi qualche elemento in più per capire la situazione.
Il positivo di questa sera (ieri per chi legge, ndr) non è un nuovo contagiato ma una persona che era risultata positiva al virus ed ospedalizzata due mesi fa e aveva poi superato la malattia, tornando a casa dopo i classici due tamponi negativi.
Com’è possibile allora che sia di nuovo positiva?
Una spiegazione ci viene da uno studio effettuato in Corea del Sud su 290 persone che erano risultate infette una seconda volta dopo due tamponi negativi.
L’autore dello studio clinico, il professor Oh Myoung-don, a capo della commissione centrale dell’emergenza per conto del Korea Centers for Disease Control and Prevention ha chiarito che tutti i frammenti di virus rinvenuti con il tampone risultato positivo si sono dimostrati morti e inattivi e dunque senza più la capacità di infettare. In sostanza, non erano altro che rimasugli della precedente infezione.
Molto probabilmente anche nel caso del nostro concittadino non si tratta di una re-infezione (che finora non è stato dimostrata in nessun paziente) ma solo di un “falso” positivo e cioè di un tampone che ha trovato dei rimasugli non in grado di infettare del virus (rimasugli che possono restare lì fino a tre mesi dal contagio)”.
Vi riporto un articolo che spiega bene questo processo: https://www.ohga.it/corea-nessuna-reinfezione-da-covid-19-documentata-ma-solo-falsi-positivi/