Il WWF in linea con gli USA, sebbene statistiche e dati negano il rischio estinzione

(a) Torre del Greco – Nella polemica che riguarda il corallo c’è chi, sorprendentemente, dissente dal coro di voci italiane. Si tratta del WWF, che (dopo molti vani tentativi da parte de “La Torre ” di contattarlo) ha meglio chiarito la sua posizione in merito al problema dell’oro rosso. Massimiliano Rocco, direttore responsabile delle campagne dell’associazione, ci dice che il WWF è senz’altro favorevole alla proposta americana. “L’eccessivo
sfruttamento di questa risorsa, il commercio che se ne fa a livello mondiale, ha connotati di insostenibilità che fanno pensare a quanto sia realmente opportuno ed irrinunciabile un monitoraggio ed un controllo di questo
mercato, per consentire che una simile risorsa non sia irresponsabilmente depauperata per quella stessa
economia legata al corallo” dichiara il WWF. Il controllo del mercato del corallo non viene considerato quindi come un elemento limitativo, bensì come un provvedimento di cautela per la tutela della specie. E’ però paradossale che, proprio secondo i dati in possesso di tale associazione, il corallo non stia assolutamente
scomparendo e che anzi sia molto diffuso a quote basse. Se non il rischio di estinzione allora cos’è a
spingere il WWF a questa presa di posizione? Solo una logica del mercato può giustificare tale scelta, in
quanto il proliferare dei banchi corallini soprattutto a profondità elevate rende la sua pesca molto difficoltosa, ed oramai solo i sub riescono ad arrivare ad un corallo che abbia le caratteristiche per essere commerciabile.
La risposta degli ambientalisti è che con un controllo sui commerci si potrebbe meglio arginare il traffico illegale di questo bene, facendo così diminuire la vendita di contrabbando. Nessuno parla però dei pesanti
aggravamenti burocratici che peserebbero poi su tutti gli onesti commercianti del prezioso corallo.

Sara Borriello



Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 16 dicembre 2009