L’opinione
Si potrebbe dire tutto come niente. Niente dinanzi ad una sconfitta che lascia a bocca aperta e senza parole; tutto dinanzi all’ennesima umiliazione. Niente perché adesso i risultati ed il non gioco condannano Longo e la sua filosofia di “fare un gol in più dell’avversario”; tutto per evidenziare il fallimento di un progetto di gioco che alla fine ha fatto sì divertire ma solo gli avversari. La sconfitta casalinga con l’Ostuni, la terza consecutiva, fa sprofondare i corallini in penultima posizione a soli tre punti dal fanalino di coda Fasano e con il concreto rischio che Domenica, in virtù del turno di riposo che i corallini dovranno osservare da calendario, ci si potrebbe trovare ad occupare l’ultima piazza. Rispetto alla sconfitta di Ischia dove i corallini avevano perso immeritatamente, contro l’Ostuni la Turris ha fatto notevoli passi indietro. La difesa è tornata quella dei movimenti imbarazzanti- basti vedere i due gol subiti- ed in più con un Pepe in enorme difficoltà nel ruolo di difensore centrale. Un centrocampo che con Coppola e Visciano centrali ha costruito poco e niente ed in più mal supportati da un D’Ambrosio evidentemente fuori ruolo e da un D’Angelo che non è stato pimpante come ad Ischia. Un attacco che ha visto un Russo lontano anni luce da quello decisivo e trascinatore delle altre partite ed un Vitale che, in un momento nero, non riesce proprio a trovare la via della rete neanche nelle occasioni più facili. La sconfitta, però, va vista in un’ottica più ampia. Alla decima giornata, questa squadra non ha mostrato ancora un’identità di gioco e allora basta trovare una squadra modesta come l’ Ostuni che con il gioco più semplice del mondo ti mette in difficoltà e soprattutto fa quello che conta ai fini della classifica: portare a casa i tre punti. Calcio sparagnino batte- ancora una volta- il calcio spettacolo o presunto tale. A buon intenditor…
Andrea Liguoro