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Giocare la palla. Questa è l’idea di gioco che Giacomarro (nella foto di Salvatore Varo) ha chiesto alla sua Turris e che ha preteso fin dal suo esordio in panchina con il Roccella: “Faccio innanzitutto un plauso ai ragazzi – afferma il tecnico a fine gara- perché in quattro giorni ho cercato di cambiargli mentalità facendoli giocare a calcio e hanno dimostrato di saperlo fare bene fino alla tre quarti, poi per la fase d’attacco ci vuole tempo, qualità, pazienza per sfruttare il nostro enorme potenziale offensivo. Il primo passo in avanti è stato giocare la palla perché rispetto alle partite passate, in cui la prima giocata era palla lunga su Tarallo, lo hanno fatto per i primi venti minuti”. Non solo la mentalità, anche il modulo è stato il segno di discontinuità con il precedente tecnico Baratto. Si è passati, così, dal 4-4-2 al 3-5-2 e Giacomarro spiega il perché: “Il 3-5-2 è l’unico modulo con cui possiamo giocare perché il 4-4-2 non è proponibile.

Nei primi due giorni di allenamento ho visto che con il 4-4-2 facevano confusione, lanciavano palla avanti, cercavano solo la testa di Tarallo e come esterni abbiamo solo Palumbo. Avendo difensori bravi a giocare la palla, invece, possiamo giocare tranquillamente a tre. I ragazzi sono contenti di quanto fatto con il Roccella, bene i sue esterni Somma e Barbiero che hanno spinto tanto, anche se c’è da migliorare nella fase d’attacco dove bisogna essere più incisivi. Quello è il mio cavallo di battaglia, le mie squadre hanno sempre creato e segnato tanto”. Un 3-5-2 che potrà avere cambiamenti in corsa nei suoi interpreti con un occhio al mercato: “Valuto un under in difesa per avere un over in più in mezzo al campo. Barbiero nei tre ci può stare, forse dal mercato dobbiamo prendere qualche under. Palumbo? È un giocatore di qualità, potrà rientrare in questo modulo nei tre centrocampisti o come seconda punta”. Sulla sostituzione di Tarallo, il tecnico siciliano non usa giri di parole: “L’ho tolto perché ha sbagliato cinque-sei palle di seguito e con Giacomarro chi sbaglia cinque-sei palle di seguito va fuori perché mi deve fare la differenza, la penso così. Però la squadra deve anche metterlo in condizione di fare il suo gioco e questo vale per tutti in tutti i reparti”.
Andrea Liguoro