I tifosi partenopei attendevano con ansia la ripresa del campionato, a Marassi, sponda genoana. L’interrogativo ricorrente era il seguente: solo una parentesi la debacle contro la Lazio, oppure c’è dell’altro? Purtroppo, sembra che sia prevalsa la seconda possibilità, quella che prende in considerazione un “oppure”, al momento, non conosciuto! Contro il Genoa, un’altra prova assolutamente incolore caratterizzata da un possesso palla che, per oltre un’ora di gioco, non ha prodotto nulla. Il portiere dei grifoni s’è dovuto solo allungare, un paio di volte, per respingere fuori area cross provenienti dalla fascia sinistra con il solito Kvara che, comunque, sembra aver smarrito la brillantezza mostrata per buona parte dello scorso campionato.

E che dire di Osimhen? Ormai è “carta conosciuta”: gli allenatori avversari gli piazzano addosso i due centrali, che non lo mollano neppure se si ferma per allacciare le scarpette, e lì fu Napoli! Fa parte del gioco è chiaro. Però, il problema è che non vi sono alternative di gioco per puntare a rete. Ieri sera, l’ennesima prova di quanto sto sostenendo: tre o quattro fraseggi, lentissimi, a centrocampo, e poi ecco partire la verticalizzazione verso il nigeriano, quasi puntuamente non raggiunto dal pallone. Si aggiungiamo le difficoltà che appaiono evidenti nella zona nevralgica del campo (Lobotka, che ti sta succedendo?) ed in difesa (Juan Jesus e Rrahamani, ieri sostituito da Ostigard, non hanno colpe specifiche, ma certamente non sono in grado di garantire la quasi impenetrabilità, come l’anno scorso con Kim) si spiega il perché anche il modesto Genoa ci mette sotto di due reti.



E’ vero, poi abbiamo recuperato, c’è stata la reazione d’orgoglio, che ha coinciso con l’ingresso in campo di Raspadori e di Cajuste, ma il pareggio conquistato certamente non può soddisfare una squadra che continua ad essere, nonostante l’inizio stentato, una delle possibili pretendenti allo scudetto. Garcia faccia le sue considerazioni e, forse, un “passettino” indietro rispetto alle sue idee di gioco: è proprio necessario modificare gli schemi di questa squadra, mandati giù a memoria, per delle varianti che non sembrano funzionare? Il malumore di Kvara, al momento della sua (immotivata) sostituzione è un segnale che qualcosa, negli equilibri dellp spogliatoio, e nel morale dei giocatori, è mutato?
Ernesto Pucciarelli