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Presi dal comprendere sempre di più quale sia l’esatto collegamento tra giovani, mass-media, social network e quanto altro, spesso ci si dimentica di considerare anche un altro tipo di connubio ovvero quello tra bambini, di età inferiore anche agli 11 anni, e le moderne tecnologie. Si tratta di bambini “emancipati”, per così dire, che non giocano più con i soldatini, le macchinine, le figurine, l e barbie, cicciobello e chi più ne ha più ne metta, ma sono sempre più alla ricerca di quegli strumenti tecnologici da cui sono immensamente e irrimediabilmente attratti. Una delle nuove tecnologie, che indubbiamente “spaventa” i genitori, è il computer il quale da semplice strumento finalizzato al piacere di scoprire e di apprendere, si è trasformato nel “lupo cattivo” delle fiabe che con un “clic” ipnotizza le menti dei più piccoli rendendoli dipendenti. Per non parlare dei moderni videogiochi e della sempre più alta richiesta, da parte dei bambini, di possedere un cellulare all’ultima moda. Tuttavia quest’ultimo è un aspetto che deve essere considerato in maniera isolata in quanto, i n alcuni casi, esso viene definito il “secondo cordone ombelicale” che unisce la madre apprensiva al bambino vivace. Insomma si tratta di una questione da non sottovalutare vista anche la crescente cifra di bambini, spesso al di sotto dei 10 anni, che ha accesso ai social network. Dunque è necessario fare in modo che le nuove generazioni e i bambini in particolare colgano solo ed esclusivamente l’utilità, quella vera, e i limiti delle moderne tecnologie tralasciando tutto quanto è futile e dannoso per la loro crescita.
Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 marzo 2013