Tra crisi e sfiducia nelle coalizioni c’è chi resta a guardare

I sondaggi nazionali parlano chiaro: ad una crisi economica che oramai attanaglia il paese corrisponde una trasversale crisi politica che sta alimentando il “popolo del non voto”. Si allarga sempre di più, infatti, la forbice di coloro che pensano di non recarsi alle urne, fenomeno che in vista delle prossime amministrative, potrebbe interessare anche la città del corallo. Sono sotto gli occhi di tutti, le ultime battute di una sobria e incerta campagna elettorale; il malcontento è forte e il crack Deiulemar non ha aiutato. Se molti potenziali elettori di centro-destra sono delusi dall’operato e dalle delicate vicende giudiziarie che stanno interessando Ciro Borriello – altrettanti cittadini che votano a centro sinistra – non sono contenti di questa “coalizione allargata” e sono rimasti disorientati dal “naufragio” della candidatura di Luigi Mennella, su cui molti avevano scommesso. Và sottolineata, inoltre, l’assenza dalle liste elettorali di tanti “volti noti” che – a torto o a ragione – per anni hanno caratterizzato la vita politica della città. Di contro, questi giovani che sorridono sui manifesti elettorali, potrebbero disorientare gli elettori più anziani e portare ad una seria dispersione di voti tra gli elettori più giovani. Tutte queste circostanze, in concreto potrebbero alimentare le astensioni e le schede bianche, ma anche avvantaggiare le coalizioni minori di Sommella e D’Alessio. Oltre le polemiche, gli slogan e i manifesti elettorali, oltre le parole che diventano chiacchiere e i nomi dei figli subentrati a quelli dei padri, potrebbe esserci una consistente fetta della popolazione che rimarrà ferma a guardare, chiedendosi con amarezza e disincanto: ma tutti questi bei giovani, tutti questi rispettabilissimi nomi della società civile che sono scesi in campo per governarci, dov’erano quando la città affondava?

Marina Miranda
 
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 2 maggio 2012