Dopo le elezioni il Pd fa crack. Bufera all’interno del partito di Renzi. Il segretario cittadino “caccia” il dissidente renziano Stasio. Dopo il travaglio pre-elettorale che ha visto il Pd locale dividersi in due gruppi. Da una parte si è visto i difensori delle primarie di coalizione scegliere di candidarsi a supporto della candidatura di Alfonso Ascione, mentre dall’altra ci sono stati gli esecutori degli ordini provinciali che hanno difeso la candidatura di Loredana Raia.

Dal ballottaggio che ha visto uscire vincitore Borriello sulla Raia sono passati circa 10 giorni ed ecco che ora i nodi vengono al pettine. Sul suo profilo di Facebook il segretario cittadino del Pd, Vittorio Cuciniello, scrive che: “Gli iscritti che, al termine delle procedure per la selezione delle candidature, si sono candidati in liste alternative al Pd, o comunque non autorizzate dal Pd, sono esclusi e non più registrabili, per l’anno in corso e per quello successivo, nell’Anagrafe degli iscritti”. Tradotto: Giuseppe Stasio, espressione renziana sul territorio, deve scontare la pena di 2 anni di purgatorio per essersi candidato, in alternativa alla candidata di partito Loredana Raia, nella civica Democratici per Torre, a supporto del candidato sindaco Alfonso Ascione. Giuseppe-Stasio

“Pare che mi vogliano cacciare dal Pd – ha risposto piccato Stasio dal suo profilo -. perché forse ho lottato per le primarie, per la tutela degli iscritti e della democrazia interna, o forse perché ho detto chiaramente che un Pd alleato con la destra (Ncd più i due ex coordinatori cittadini di Forza Italia) era un suicidio e inciucio non giustificabile a Torre del Greco”. E ancora: “Mi cacciano perché a 29 anni ho le mie idee, mi cacciano perché ho firmato con altri iscritti Pd un documento per chiedere a Renzi di aiutare chi al sud, in particolare a Napoli, si scontra quotidianamente con i padroni delle tessere gonfiate (quelli che comandano in Campania da 20 anni) e con i poteri forti (ad esempio alcuni sindacati usano i soldi dei lavoratori per “fare” tessere e avere il controllo di aree del Pd)”. “Se ho sbagliato – è la conclusione di Stasio – è giusto che sia “cacciato”, messo alla porta… ma con me anche coloro che hanno distrutto un partito e quindi i nostri territori, coloro che sono i protagonisti del mancato rinnovamento politico a sud, che a livello nazionale è incarnato in Renzi. Nel frattempo io continuerò a fare politica lo stesso, pur non avendo poteri forti alle spalle o “amici” giornalisti o la possibilità di comprarmi pagine di giornale. Cacciatemi pure, ma ricordate che gli uomini muoiono, le idee restano. Continuerò a lottare per cambiare il Pd e la mia terra”.
Alan