Per quelli che seguono con attenzione e partecipazione le sorti della compagine azzurra, non esiste possibilità di equivoci: è chiaro che la ‘tredicesima’ citata nel titolo non è la gratifica natalizia giunta in anticipo e attesa, mai come quest’anno, dai lavoratori dipendenti e dai pensionati come la manna che piovve dal cielo sugli ebrei nel deserto. Il Napoli, contro il Sassuolo, ieri pomeriggio ha conquistato, tra partite di campionato e Champions, la tredicesima vittoria di fila, evento mai accaduto nella quasi centenaria storia del club partenopeo.

Gli emiliani, una buona squadra che quando “gira” può mettere in difficoltà anche avversarie, sulla carta, meglio attrezzate, se ne tornano a casa con ben quattro palloni sul groppone, tre dei quali messi a segno da un implacabile Osimhen, assistito dal sempre più ispirato Kvara autore, tra l’altro, anche della quarta segnatura che ha completato il poker partenopeo. Anguissa, coadiuvato da un eccellente Lobotka, ha ripreso le redini del centrocampo, i difensori hanno svolto per intero il loro delicato compito, eppure…



Vi starete chiedendo: che significa quell’eppure, seguito dagli inquietanti puntini sospensivi? E’ presto detto. Una vittoria così netta non si discute ci mancherebbe, però ieri pomeriggio, per la prima volta quest’anno, sono apparse delle se pur impercettibili crepe nel gioco azzurro, delle ‘leggerezze’ che potevano costare care. Mai, nelle precedenti partite, il Napoli aveva concesso agli avversari tante potenziali occasioni da rete, non messe a segno per imprecisione degli avanti emiliani e per le decisive parate di un attentissimo Meret.

Un tantino di superficialità nella gestione della gara, già ben indirizzata dopo pochi minuti? Un leggero affaticamento causato dai ripetuti impegni, nonostante l’efficace turnazione dei giocatori in campo attuato da Spalletti? L’affiorare di un inconscio ‘narcisismo’ (quanto siano bravi, quanto siamo belli!) per gli sperticati elogi che piovono sugli azzurri un po’ da ogni parte?

Chiariamo subito: il risultato dell’ incontro non è mai stato in discussione, la partita è risultata nel complesso ben giocata dal Napoli, il cammino della squadra, fino a questo momento, è da considerarsi veramente eccezionale; ecco, abbiamo soltanto notato quei piccoli ‘segnali’ appena ricordati, e ci è sembrato corretto evidenziarli. Attendiamo, fiduciosi, la prova che s’è trattato, appunto, solo di ‘minuzie’ che “ci possono stare” nell’arco di una stagione: a Liverpool, una grande prestazione e la conquista, meritatissima, del primo posto nel girone di qualificazione, ci faranno dimenticare anche quelle che il grande Totò definirebbe, a giusta ragione, delle lievissime, “bazzecole, quisquilie e pinzellacchere”!
Ernesto Pucciarelli