Dal Maresca alla Deiulemar sono pochi i cittadini che si battono per problematiche comuni

Inutile nascondersi dietro un dito. Torre del Greco sta perdendo tutto: salute e soldi. E’ proprio di questi giorni la notizia che l’ASL ha deciso di chiudere vari reparti del Maresca, compreso quello di chirurgia che sarà aperto per sole 6 ore al giorno.
La città del corallo non vive un buon momento, le cause di tale situazione sono da imputare a più eventi: partendo dalla crisi generale a quella locale, aggravata dai crac armatoriali, aggiungiamo la mala-politica di quest’ultimo ventennio – caratterizzata dai tanti sprechi e niente investimenti mirati alla valorizzazione del territorio – fino al menefreghismo di gran parte dei cittadini torresi, il risultato è disastroso.
La perdita del Maresca è un altro schiaffo alla città, l’ennesimo "scippo", tutto questi risultati sono anche dovuti alla nostra classe politica che non si fa rispettare negli ambienti che contano: Regione, Provincia, altri enti. Una classe politica debole che non è riuscita ad evitare il declassamento del Maresca.
Ma la cosa sconcertante è che gran parte del popolo torrese assiste in silenzio a questi "scippi". E talvolta le persone criticano anche chi si prodiga per far cambiare le cose.
A rafforzare la nostra tesi, vi portiamo due semplici ed attuali esempi: per il Maresca, ospedale che serve a tutti, ricchi e poveri, la battaglia per non farlo declassare la stanno portando avanti un gruppo di donne e dei ragazzi, abbandonati a se stessi dalla politica e da gran parte della popolazione. In pratica, una cinquantine di persone curano gli interessi di tutti.
Altro esempio è quello della vicenda Deiulemar: ci sono circa 400 attivisti che attraverso manifestazioni ed altro, nel bene o nel male, si espongono, ma, ricordiamo, la vicenda interessa oltre 10mila famiglie.
Attenendoci ai numeri, si comprende che il popolo torrese è complice di questo degrado e non è più abituato a rimboccarsi le maniche. Eppure la storia ci insegna altro: eravamo un popolo orgoglioso che ha saputo reagire con intelligenza e forza alle avversità quali oppressori e Vesuvio, in più occasioni la città è risorta dalle ceneri.
Pochi combattono per l’interesse di tutti e spesso vengono anche derisi o criticati, sentendosi spesso dire: chi te lo fa fare; combatti contro i mulini al vento; le cose funzionano così è tempo perso.
Secondo noi è tempo perso star ad ascoltare queste persone che non propongono nulla di costruttivo.
Abbiamo sempre sostenuto che Torre del Greco è una città a vocazione turistica e, con i giusti investimenti, poteva trarne vantaggi e ricchezza. Ma i nostri governanti negli ultimi decenni, invece di investire sulla riqualificazione del territorio, hanno sprecato denaro per fiere, feste e festicciole, acquisti di immobili inutili per milioni di euro e tanto altro.
In questi ultimi anni, l’interesse privato ha continuamente mortificato quello pubblico, complice il silenzio del popolo torrese e delle istituzioni o organi preposti che dovevano vigilare.
Comunque, nonostante tutto, qualcuno ha ancora voglia di combattere e di rimboccarsi le maniche, non ascoltando le lamentele di chi si è rassegnato. E chi continua a combattere perchè attaccato ad una bandiera, una bandiera che si chiama Torre del Greco.
Antonio Civitillo
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’11 luglio 2012