Da ottobre 2010 ad oggi la città è stata messa a dura prova

Ottobre 2010, a Torre del Greco scoppia lo scandalo “Di Maio Lines”: la società armatoriale non è più capace di corrispondere interessi a capitali agli obbligazionisti e fallisce impoverendo le numerose famiglie che vi avevano investito.
Novembre 2011, operazione “Aphrodite” in corso: smascherato il giro di prostituzione messo in atto da alcuni commercianti torresi.
Albori del 2012, crolla il colosso armatoriale “ DEIULEMAR”: l’ultima catastrofe nucleare che genera un handicap cronico all’economia torrese.
Risulta evidente che a distanza di poco tempo, negli ultimi anni, sono sorte a galla tragiche verità che hanno messo a repentaglio la stabilità socio-economica della città corallina. Verità che hanno portato all’arresto diversi malfattori, tutti mossi da un unico movente: i soldi.
E le conseguenze hanno avuto portata generale: in particolare con la crisi delle compagnie armatoriali, Torre del Greco ha spalancato le porte ad un violento declino economico che ha messo in ginocchio l’intera popolazione, riducendo al lastrico famiglie e commercianti. D’altronde, proprio mentre i Di Maio fallivano, cresceva la preoccupazione anche tra gli altri armatori, finché quei timori per la DEIULEMAR si sono trasformati in realtà.
Inoltre si sa che laddove non ci sono crediti, non si fanno spese e l’economia si arresta: questo, quanto meno, è il quadro che ha illustrato Giulio Esposito, presidente dell’ ASCOM.
Infatti, se a partire dal 2011 molte attività ed imprese riuscivano a malapena a sopravvivere nel mercato, alcune di queste poco dopo hanno chiuso i battenti ed altre ancora vanno incontro ad un simile destino. Merci a basso costo, fuoritutto e promozioni speciali: questi i rimedi adottati da alcuni negozianti per cercare di restare a galla.
“Quella che stiamo subendo è una crisi doppia – ha sostenuto Esposito – sia internazionale che locale. La mancanza di liquidità nell’economia torrese ha portato i commercianti allo sconforto e alla rassegnazione. I rischi sono elevati: a partire dai licenziamenti di personale e fallimenti di attività, per finire con l’usura che trova terreno fertile proprio in queste situazioni. Per prevenire tali conseguenze – conclude – l’ASCOM si sta attivando per effettuare manovre di soccorso all’economia: esempio recente è l’accordo stretto con la Banca di Credito Popolare”.
Maria Panariello
 
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 2 maggio 2012