Ennesima vittima di una violenza inaudita e inaccettabile, ennesimo “femminicidio” per usare un termine ormai onnipresente nelle cronache quotidiane.

Stavolta è toccato a Concetta Marruocco di 53 anni,  nota ad amici e parenti come Titti, uccisa da numerosi fendenti sferrati con una lama di 15cm dall’ex coniuge, nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 ottobre, a Cerreto d’Esi in provincia di Ancona.

Titti era originaria di Torre del Greco, trapiantata nelle Marche, dove esercitava la professione di infermiera presso l’ospedale di Matelica.



Così come torrese è il suo assassino, Franco Panariello, ex coniuge della vittima,  residente anche lui nelle Marche, ma in un comune a 17 km da Cerreto.

L’uomo era stato denunciato dalla Marruocco per aver perpetuato maltrattamenti, abusi e violenze nel corso di 20 lunghi anni. Titti si era rivolta al centro Antiviolenza “Artemisia” di Fabriano ed  aveva coraggiosamente denunciato le insopportabili angherie alla Procura di Ancona. In settembre  si era giunti anche al processo del Panariello, nonché alla decisione di imporgli misure restrittive , tra cui l’obbligo del braccialetto elettronico.

Tuttavia, né il grande coraggio della donna né le restrizioni imposte all’ex marito hanno potuto evitare l’efferato e terribile epilogo.

La notte tra il 13 e il 14 ottobre scorso, Panariello, grazie ad una copia di chiavi che possedeva, riesce ad intrufolarsi nell’abitazione della ex moglie, eludendo il divieto di avvicinamento e senza che scattasse l’alert collegato al braccialetto elettronico; quindi, sembrerebbe dopo un breve litigio verbale, ha infierito con 15 coltellate sulla donna, intimando successivamente alla figlia , presente nell’abitazione, di chiamare il 112.

Al di là del “mistero” del mancato ( o parzialmente mancato) alert del dispositivo elettronico, enigma su cui gli inquirenti stanno effettuando le indagini dovute, lascia davvero sgomenti la faciltà con cui una persona così pericolosa , con capi d’accusa di una certa rilevanza emersi nell’istruttoria processuale, si sia di fatto introdotta in casa della vittima , sorprendendola nel sonno.

Torre del Greco piange oggi una sua figlia, una mamma amorevole, una professionista appassionata del suo lavoro, una donna coraggiosa e generosa, che si spendeva anche per la difesa degli animali abbandonati e maltrattati. “L’unica cosa importante quando ce ne andremo, saranno le tracce d’amore che avremo lasciato”, in questo aforisma che Titti aveva postato sul suo profilo social l’essenza della sua bellezza interiore.

Marika Galloro