Protesta di marittimi ex Tirrenia davanti all’ingresso di palazzo Baronale. 45 marittimi hanno chiesto, e poi ottenuto, un incontro con il commissario straordinario del Comune di Torre del Greco, Pasquale Manzo, per denunciare il loro stato di disagio: ovvero, i manifestanti hanno informato il commissario straordinario che a seguito dell’acquisizione di “Tirrenia” da parte della “CIN – Compagnia Italiana di Navigazione”, non sono stati ricollocati in servizio, pur avendone diritto, in base ad una sentenza del Tribunale di Napoli – Giudice del Orsa-Marittimi-Bandiere

Lavoro, nella quale si riconosce “la sussistenza tra le parti di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato” e si condanna la “Tirrenia”, e di rimando la società subentrante, alla “riammissione in servizio” dei ricorrenti. Invece, secondo i dimostranti, non sono stati collocati in servizio, se non per periodi sporadici e di brevissima durata. “Con il passaggio di cantiere – afferma il segretario nazionale del sindacato di categoria Orsa marittimi, Gennaro Bottiglieri – non si vogliono riconoscere i 5 mesi lavorativi, che ogni singolo marittimo era chiamato a fare. Ora, se va bene, si riescono a fare a malapena 70 giorni di lavoro, che tradotto significa che le famiglie non riescono ad andare avanti e sono costrette ad indebitarsi per mettere il piatto in tavola.

Voglio ricordare – conclude Bottiglieri – che il comparto marittimo non ha la copertura di nessuna forma di ammortizzatore sociale, e questa la dice lunga sulla necessità di garantire un periodo più lungo di lavoro”. Dopo l’incontro tra i rappresentanti dei marittimi e il commissario straordinario, quest’ultimo ha richiesto al prefetto di Napoli di istituire quanto prima un tavolo tra le parti, in modo da approfondire i termini della questione e verificarne le possibili soluzioni. Comunque, il sindacato di categoria fa sapere che la prossima settimana è prevista un’altra forma di protesta, questa volta, davanti alla sede della CIN, nel porto di Napoli; e ancora, è intenzione dei dimostranti di portare la loro problematica anche a Roma, all’attenzione della presidenza del Consiglio.

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 19 marzo 2014



 

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