Il turismo balneare è andato precipitando negli ultimi anni
Uno tra i più importanti comuni vesuviani, località di enorme rilievo storico, città di opere d’arte che abbracciano più secoli, punto di riferimento di svariati settori e maestrie campane. Questo è ciò che Torre del Greco è. Questo, e molto altro, quello che avrebbe da offrire. Ma pochi di questi titoli le sono riconosciuti, e la nonvalorizzazione del territorio incide anche nell’ambito del turismo. Che dire, per esempio, dell’importanza degli scavi di Villa Sora? Tale edificio risale al I secolo d.C. e potrebbe addirittura essere appartenuta famiglia imperiale. Tuttavia non è stata attuata nessuna politica per dare la giusta visibilità ad un luogo che potrebbe essere fonte di lustro e guadagno per la città. Ed il caso purtroppo non è isolato: anche altri luoghi d’arte (come villa Macrina o villa Vallelonga) vivono in anonimato e vengono al massimo utilizzate per qualche evento. Lo spessore culturale viene quindi abbandonato per badare agli interessi economici di pochi. Anche l’aspetto paesaggistico verte in condizioni disastrose. Quella che prima era meta di vacanze per via del clima mite, del Vesuvio e del meraviglioso litorale, oggi vede la sua litoranea deturpata da costruzioni che distruggono la bellezza della costa. Le conseguenze sono piuttosto gravi: Il turismo balneare è andato precipitando negli ultimi anni. Il territorio non è stato inteso, quindi, come risorsa produttiva e patrimonio da difendere e da salvaguardare, ma bensì come occasione di grandi affari speculativi a scapito dell’intera città.
Sara Borriello
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 17 febbraio 2010