La discarica di Terzigno, il depuratore di Leopardi, il Maresca

(a) Torre del Greco – Emergenza rifiuti. Emergenza ambiente. Emergenza sanità. Torre del Greco al pari di gran parte della Campania versa in una situazione di degrado generale a dir poco sconcertante. Espressioni dissomiglianti, in certe circostanze persino contrastanti, di un unico volto sofferente. Il volto dei manifestanti di Terzigno che, mai come in queste settimane, hanno predisposto decine di cortei di protesta contro l’apertura di una seconda discarica ubicata all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Il volto di chi ogni giorno è costretto a camminare tra le tonnellate (si è superato il migliaio) di rifiuti non caricate sugli autocompattatori per il protrarsi del blocco di accesso allo sversatoio cava Vitiello o, peggio perché i camion stessi sono stati dati alle fiamme. Chi ne respira l’aria impregnata d’alcool. Il volto degli attivisti dei comitati antidiscarica che hanno bloccato l’ingresso degli Scavi di Pompei sbarrando il passo ai visitatori. Il volto dei trecento che hanno stracciato e bruciato in piazza le proprie tessere elettorali. Il volto dei “bambini del Vesuvio”, studenti dei circoli scolastici di numerosi centri nel napoletano, che hanno inviato al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oltre 50mila temi e disegni di un mondo che non vorrebbero. I volti dei Sindaci di Boscoreale, Terzigno, Boscotrecase e Trecase, i quali hanno occupato la sala giunta in Provincia. Tra questi il primo cittadino boschese, Gennaro Langella, che accampatosi in una tenda del nucleo comunale di Protezione Civile ha indetto per diversi giorni uno sciopero della fame. Il volto di Judith Merkies, capodelegazione della commissione Petizioni del Parlamento europeo, che ha definito l’eventuale nuovo invaso all’interno del Parco Vesuvio una "aberrazione". Il volto di tutti coloro i quali hanno alzato la voce contro la realizzazione del “depuratore dei veleni” nel quartiere S. Maria La Bruna di Torre del Greco e chi tra questi continua a sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche che ne deriverebbero. Il volto dei membri del Comitato Pro-Maresca che con le loro rimostranze hanno cercato e ottenuto patti di collaborazione fra parte civile e organi istituzionali. Il volto delle mamme e dei loro bambini che hanno occupato il reparto Materno-infantile dell’ospedale Agostino Maresca di Torre del Greco, presidiando l’area giorno e notte, in segno di protesta contro il trasferimento del suddetto reparto al Sant’Anna e Madonna della Neve di Boscotrecase. Il volto di chi ha preso parte ai cortei e alle manifestazioni cittadine contro la riconversione del nosocomio torrese in mero polo riabilitativo e di lungodegenza. Terzigno e Torre del Greco, comuni in provincia di Napoli distanti pochi chilometri e venti minuti di auto; entrambi situati a ridosso del Vesuvio come ad abbracciarlo. Città e volti di un unico, vasto stato di emergenza in cui versano i Comuni vesuviani e la regione Campania.
Simone Ascione
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 ottobre 2010