Dal Sindaco sos a Napolitano

(a) Un comunicato stampa del primo cittadino Ciro Borriello, emanato alla stampa il 21 gennaio scorso, ha scatenato una querelle sullo spinoso tema dell’abusivismo edilizio. Il sindaco scrive alle massime autorità dello stato, preso tra due fuochi: da un lato l’autorità giudiziaria obbliga il Comune ad abbattere 30 fabbricati abusivi, (toccherebbe, infatti, all’amministrazione l’opera di abbattimento, secondo le disposizioni dettate dall’articolo 31 del d.p.r.380/2001, Testo Unico Edilizia, che prevedono le demolizioni a cura del responsabile dell’abuso oppure del Comune, in caso di accertata inottemperanza da parte del privato all’ordine di demolizione); dall’altra, invece, bisognerebbe, secondo Borriello, tener conto della fitta trama di interessi pubblici coinvolti nella vicenda, distinguendo le speculazioni dalle case per la famiglia, dove trovano riparo e vivono centinaia di persone che in quegli spazi realizzano la propria esistenza e dignità. Nella lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Mario Monti, Borriello sottolinea che, a suo avviso, l’abbattimento coatto dei fabbricati da parte del Comune, potrebbe causare “un’emergenza sociale non gestibile”.
Insomma una difesa a spada tratta, quella del sindaco torrese, delle opere fuorilegge – già costatagli un rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “abusivopoli”, in merito alla scellerata cementificazione a ridosso del Vesuvio. Intanto, prosegue a Napoli il presidio di alcuni attivisti sotto palazzo Santa Lucia: tra le richieste, c’è anche quella di stabilire una gradualità delle demolizioni secondo “canoni di ragionevolezza”, dando la precedenza ai manufatti che non risultano abitati.
Marika Galloro
 
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 25 gennaio 2012