Trova quattro sex toys in casa e, con uno di essi, picchia la moglie, a suo dire fedifraga anche se solo con un sogni di lattice: cassinate denunciato per lesioni volontarie gravi. La coniuge è in un letto d’ospedale con 15 giorni di prognosi. Ora, da qualche parte, spersi nell’onomatopea del web, qualcuno li chiama dildo, altri li chiama con nomi più empirici ed un tantinello più scosciati; sta di fatto che di quello si tratta: simulacri sessuali di lattice che aiutano ogni “casalinga di Voghera dell’universo mondo” a sudare per l’unico motivo per cui sudare è lecito e, se vogliamo, gradevole e lecito, se il consorte inforca ciabatta e blatera per la squadra del cuore.

La faccenda l’è pruriginosa ma anche giudiziaria di grana fina; ergo, cercheremo di trattarla con l’algido applomb di chi fa finta di conoscere come va il mondo ma in realtà del medesimo non ha capito ancora una beneamata  ceppa. Il signore in questione, 49enne cassinate residente in un paese a sud della Città Martire, avrebbe semplicemente scovato il “malloppo occulto” della legittima consorte,legittima e casta.

Una sguinciata sotto la biancheria buona dei tempi di quando mammà covava sogni felici ed eccoti spadellato lì mezzo equatore di gomma. Casta si, ma non al punto da non desiderare di investire mezzo stipendio in un noto sex shop dalle parti di San Bartolomeo; così, giusto per dare sugo a quei rapporti che, dopo un po’ di tempo, diventano come le platesse del discount, buone da lessare ma con lo stesso sapore  di una federa di raso coreano. Conto a parte, risultato dello shopping?



Quattro cosacci quattro, alcuni motorizzati come Bimbi di cui, il più minimal,  avrebbe mandato dall’analista Varenne dopo aver ciucciato una secchiata di Cialis. E fin qui, la faccenda è sapida, boccaccesca e, se vogliamo, anche cronachisticamente loffia. Il guaio è che il marito, che ci dicono essere omo di sostanza tale da essere capace di abbattere un bue di Carrù con un rutto, trova il malloppo occultato della moglie e, in un impeto di masculo orgoglio incerottato, prende il più “coso dei cosi” e inizia a picchiare la moglie come un pornocelerino. Risultato?

Lei in ospedale, con sette punti di sutura e una gianna di quelle che, Sgarbi, te lo fanno sembrare Ghandi, ed il marito mazzoliatore denunciato alla Forze dell’Ordine per lesioni volontarie gravi. Giuriamo: il corpo del reato, in un eventuale  dibattimento, non lo andremo mai a vedere. Meglio illudersi che patire.

Giampiero Casoni per http://www.laprovinciaquotidiano.com/