Rifiuti tossici da tutta italia, tavoli e summit presieduti dall’ex sindaco Ciavolino avallano le autorizzazioni
Si tinge di giallo la vicenda relativa al maxi depuratore in viale Europa. Incutono preoccupazione i lavori di delocalizzazione e di ampliamento all’impianto di depurazione industriale già esistente e situato negli stabilimenti delle ferrovie dello stato. Timori legittimi, ma a rendere ancor più misteriosa la querelle è l’iter che ha visto la nascita del progetto. Una serie di interventi che nel tempo – dal 2004 ad oggi – hanno incassato tutti i pareri favorevoli del caso, senza che nessuno – tra uffici competenti e classe politica – abbia mosso un dito. Discutibili le osservazioni contenute nella relazione tecnica della "Wisco" – la società mista interessata alla realizzazione dei lavori di ampliamento – sui criteri logistici, ambientali e sociali per i quali Torre del Greco avrebbe tutti i requisiti adatti per accogliere la maxi opera. A tenere tutti sulle spine è la futura lavorazione di sostanze inquinanti: una prospettiva che ha letteralmente fatto scendere sul piede di guerra i residenti della zona alta della città. I timori legati ad un dissesto ecologico hanno allarmato un’intera collettività, che già in passato ha dovuto fare i conti con i cumuli di rifiuti di undici comuni dell’area vesuviana depositati nelle cave di viale Europa. Percolato, rifiuti tossici da produzioni industriali e residui delle verniciature – oltre ai normali scarichi fognari – le sostanze che il nuovo depuratore potrebbe trattare. Rifiuti che proverrebbero da tutt’Italia, e che potrebbero mettere a repentaglio l’intero ecosistema: "Mi chiedo – afferma Lorenzo Porzio, consigliere dei Ds – perché il progetto a Torre del Greco è stato approvato quando invece a Bologna e Venezia, città industriali e che necessiterebbero di impianti di depurazione, è stato bocciato".
Un lungo e complicato iter cominciato nel 2004 e proseguito con l’apertura di una conferenza dei servizi per apportare una variante al piano regolatore, data la connotazione "agricola" della zona in questione. Tavoli e summit, presieduti dall’ex sindaco Valerio Ciavolino, cui hanno fatto seguito il rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie – che ha visto protagonista Luigi Nocera, assessore regionale all’ambiente dell’Udeur – per il trattamento delle sostanze nocive che già seminano il panico tra gli abitanti. Fiduciosa e controcorrente invece "Leopardi pulita": "Non possiamo far altro – afferma Angelo Visconti – che continuare a lottare affinché non si realizzi quel tipo di depuratore. Viste però le rassicurazioni che la classe politica ultimamente ci ha fornito, siamo ottimisti sul fatto che sostanze inquinanti e tossiche stiano alla larga dalla nostra zona". Il mistero continua.
Nino Aromino