Nel 1992, per l’Italia si apriva una nuova fase storica: Tangentopoli. In pratica, sarebbe stata la fine della Prima Repubblica italiana.
Il sistema scoperchiato dai magistrati del pool āMani puliteā, tra cui spiccò Antonio Di Pietro, spinse giù lāintero sistema dei partiti.
Milano fu ribattezzata āTangentopoliā, come il periodo storico che visse il paese ed i cittadini.
“Ci volevano fermare – scrive oggi Di Pietro sul suo profilo social di Facebook -. Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Mani pulite ĆØ stata fermata, anche perchĆ© mentre stavamo indagando sui bauscia del Nord, siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia al Sud.
Da allora a oggi, l’unica cosa che ĆØ cambiata – spiega – ĆØ che adesso c’ĆØ desolazione da parte dell’opinione pubblica. Dalla fine della Prima Repubblica sarebbero dovute emergere nuove idee e persone che le portassero avanti. Invece da quell’inchiesta ĆØ nato un grande vuoto e sono comparsi personaggi rimasti sulla scena politica più per se stessi che per altro. Penso a Berlusconi, a Bossi, a Salvini, a Renzi.
Noi abbiamo fatto . prosegue l’ex magistrato – quello che fa un qualsiasi medico radiologo quando vai a fare i raggi per vedere se hai una malattia; abbiamo scoperto che il nostro Paese era malato di corruzione endemica.
Non ĆØ un giorno di festa 30 anni dopo. Sono 30 anni passati ma – conclude l’icona di Tangentopoli – mi pare che aprendo il giornale ogni mattina sia tutto uguale a prima.
Prima di andarmene vorrei mettere tutto in Rete affinchĆ© qualcuno un giorno possa leggere, per vedere quella diversa veritĆ rispetto a quel che ĆØ stato raccontato. Sono una vergogna per il Paese i ladri, i corrotti, gli evasori fiscali, i mafiosi o chi ā come me ā li ha scoperti con l’inchiesta Mani Pulite?”.