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Tra il mondo dei ragazzi e quello degli adulti c’è un enorme difformità. Dire il termine “ragazzo”, infatti, dà ad intendere un concetto estremamente diverso da quello espresso dalla parola “adulto”. Nel primo caso, infatti, ci troviamo di fronte ad uno spirito libero senza responsabilità ne pensieri, nel secondo caso ci proiettiamo verso una realtà totalmente opposta all’insegna del lavoro, del sacrificio e degli impegni. Dunque, in seguito a queste divergenze psicologiche e, ovviamente, anche fisiche, nascono continui conflitti. Per non parlare poi dei differenti propositi che contribuiscono maggiormente a diminuire l’intesa che intercorre tra un giovane ed un adulto. In tal senso molte volte uno dei due “schieramenti”, per così dire, tende a spingere l’altro a comprendere e, soprattutto, ad accettare le proprie idee ed opinioni. Per esempio, se consideriamo il rapporto genitore – figlio, la scena di scontro, per non voler accettare un consiglio o altro, è altamente emotiva. Sapete qual è uno dei problemi più gravi che possano interessare giovani e adulti? L’assenza di comunicazione. Al giorno d’oggi assistiamo ad un vero e proprio distacco generazionale per cui, quel che è giusto per un ragazzo non lo è per un adulto e i problemi del ragazzo non sono compresi e condivisi dall’adulto; questo perché non vi è un accordo tra i due punti di vista. Per tale motivo si sa che questo disaccordo legato al distacco e, ancor di più, alla mancata comunicazione crea una miscela esplosiva. Benché se ne dica non è semplice porre rimedio ai continui dissidi tra i “più grandi” e i “più piccoli”; esiste soltanto la consapevolezza di un adulto di dover assumere un comportamento e di effettuare delle manovre per poter instaurare un rapporto sereno con il giovane e viceversa.
Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 giugno 2012