Emessa un’ordinanza dal Sindaco

Dal prossimo 15 febbraio, i commercianti non potranno più utilizzare i sacchetti di plastica. Il diviet, imposto da un’ordinanza del sindaco Ciro Borriello, scaturisce dalla norma europea 2008/98/CE del 19/11/2008. Potranno essere utilizzati sacchetti certificati biodegradabili e compostabili conformi agli standard indicati dalle norme UNI EN 13432 e UNI EN 14995 quali materiale bioplastico di origine vegetale, carta, tela o fibre naturali.
Si prevedono sanzioni amministrative che vanno da 25 a 500 euro per i trasgressori.
Ammirevole l’ordinanza del nostro primo cittadino che si prefigge di garantire la salvaguardia dell’ambiente, ma in materia esistono ancora molte perplessità ed è lo stesso Ministero dell’Ambiente ad ammetterlo. Pochi giorni fa Salvatore Bianca, portavoce del Ministro Stefania Prestigiacomo, ha dichiarato che si sta monitorando la situazione per capire se il mercato si assesterà da solo e che un’applicazione troppo rigida della norma danneggerebbe l’economia. Ad esempio, le buste di plastica molto rigide, quelle che vengono date al cliente in alcuni negozi di abbigliamento, sono resistenti e riutilizzabili, motivi per cui non c’è motivo di impedirne la circolazione. La questione, però, non è proprio semplicissima; uno dei punti più critici del bando di legge è proprio la definizione di biodegradabilità: se ci si attenesse strettamente all’interpretazione della norma Uni EN 13432 molti additivi risulterebbero fuori legge, il che non è un dettaglio per un produttore. Per le questioni tecniche e per questo tipo di problematiche il Ministero stesso consiglia di rivolgersi direttamente agli uffici tecnici che stanno lavorando su questi aspetti.
Quello che è certo, al di là delle lungaggini burocratiche e dei nuovi decreti legislativi, è che i classici sacchetti di plastica usati fino ad oggi, essendo di polietilene, impiegano circa 400 anni per essere del tutto degradati in natura. Inoltre, in Cina, in un solo anno di messa al bando dei sacchetti, si sono risparmiate 1,6 tonnellate di petrolio (materia prima da cui si estrae il polietilene).
Vale la pena riflettere su questi dati e dare il buon esempio.

Mariacolomba Galloro