Latorre interroga gli esperti

per gli abbonati o in  edicola – I sismi che in questi giorni hanno fatto tremare le terre abruzzesi hanno allarmato gli abitanti dell’area vesuviana, soprattutto quelli della cosiddetta “zona rossa”, cioè di quelle aree che nella microzonazione sono indicate come quelle maggiormente soggette al rischio sismico, tra cui anche Torre del Greco.
“In questo momento non sono previsti problemi – afferma Gennaro Di Donna, divulgatore scientifico – Le scosse che si sono avute in Abruzzo non contribuiranno alla ripresa dell’attività vulcanica del Vesuvio”.
I terremoti che avvengono nella zona vesuviana sono quasi esclusivamente di tipo vulcano – tettonici, generati dai forti sforzi gravitativi dovuti al peso del vulcano stesso. Spesso sono a bassa frequenza e non vengono percepiti dalle persone. Tuttavia il Vesuvio prima o poi si sveglierà comportando danni alle strutture socio – economiche e culturali dell’intero territorio. Quali sono i passi concreti che sono stati fatti per ridurre significativamente questi danni? “I terremoti sono generati da un accumulo di energia ed è difficile prevenirli – dice il Dott. Marcello Martini, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano – La preparazione all’attività vulcanica richiede invece tempi più lunghi. Un vantaggio consiste nella conoscenza dell’ubicazione del vulcano. Perciò sono state sviluppate varie metodologie previsionali. Purtroppo continuano ad esserci elementi deficitari: non riusciamo a capire quanto tempo intercorra tra i segni premonitori di un’eruzione e l’eruzione stessa e non riusciamo a prevederne l’entità, fattore quest’ultimo molto importante in quanto le modalità di intervento della Protezione Civile vengono pianificate in base ad esso. Gli studi statistici ci suggeriscono che qualora il Vesuvio eruttasse, l’eruzione sarebbe molto simile a quella del ’79 che distrusse Pompei, con effetti leggermente minori”.
Insomma, il rischio vulcanico e quello sismico non possono essere sottovalutati; occorre perciò che gli abitanti della zona rossa conoscano le norme antisismiche. “Bisogna capire attraverso prove statiche quanto sono resistenti gli edifici dei centri storici – afferma il Dott. Martini – Esistono delle tecniche per rinforzarli. Bisogna seguire le regole: tutti gli edifici, vecchi e nuovi, devono essere a norma”.
“L’Italia è una penisola ballerina, perciò bisogna comportarsi di conseguenza. Tuttavia i parametri antisismici non vengono quasi mai rispettati – conclude Di Donna – Urge un’opera di prevenzione: gli organi politici e quelli di comunicazione dovrebbero indurre le persone a rispettare queste norme”.
Maria Consiglia Izzo

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola il 15 aprile 2009