L’Inter, di scena nel tardo pomeriggio di ieri al “Maradona”, era la squadra del momento: finalista di Coppa Italia e, ancora più prestigiosa, la conquista della finale di Champions League. Anche in campionato aveva un obiettivo importante da centrare: il quarto posto in classifica, che le garantirebbe la partecipazione alla prossima Champions, indipendentemente dal risultato del confronto col Manchester..

Il Napoli, dal canto suo, aveva molto meno da chiedere alla partita, ad eccezione del prestigio derivante da un eventuale successo ed il mantenimento del non sostanziale obiettivo di battere il record di punti mai conquistati dalla squadra azzurra, detenuto dal Napoli di Sarri. E’ vero, Inzaghi ha operato un corposo turnover, ma questo non giustifica il fatto che, nel corso dell’intero incontro, la compagine nerazzurra abbia superato la metà campo sì e no tre o quattro volte.



L’Inter possiede un organico di tutto rispetto, superiore, a mio avviso, anche a quello del Napoli stesso. Il quale Napoli, ha esercitato un dominio assoluto nel possesso palla, mancando, come spesso è capitato nell’ultimo periodo, di incisività in fase conclusiva. C’è voluta un’invenzione di un “mostruoso” Anguissa, per sbloccare il risultato, rimesso in discussione dalla rete di Lukaku, dopo che Spalletti aveva operato una serie di dicutibili cambi nella formazione iniziale.

Nel finale, le reti di Di Lorenzo, capitano coraggioso, e di Gaetano (finalmente in campo!) hanno riportato la partita nella sua giusta direzione. Bene. L’interesse di tutti i supporters azzurri, adesso s’è spostato decisamente sul futuro, dello stesso Spalletti, di Giuntoli, e di molti degli attuali calciatori azzurri, oggetto dei desideri delle squadre di mezza Europa. Quali saranno le decisioni di ADL? Avrà intenzione di iniziare un ciclo, ancora vincente, oppure assisteremo ad un’ulteriore rivoluzione, come nella passata stagione? Non ci è dato di saperlo, forse soltanto sapendo leggere nella sfera di cistallo… Noi comuni mortali, non dotati di capacità divinatorie, non possiamo che attendere: chi vivrà vedrà!
Ernesto Pucciarelli