La pandemia mondiale causata dal virus Covid-19 ha portato il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), il governo giapponese e il Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 a decidere per il rinvio delle Olimpiadi e Paralimpiadi al 2021.
Andrew Parsons, il Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), ha dichiarato: “La salute e il benessere della vita umana devono sempre essere la nostra priorità numero uno e organizzare un evento sportivo di qualsiasi tipo durante questa pandemia non è semplicemente possibile. Lo sport non è la cosa più importante in questo momento ma è preservare la vita umana. Quando i Giochi Paralimpici si terranno a Tokyo il prossimo anno, saranno una spettacolare celebrazione globale dell’umanità che si riunirà di nuovo insieme”.
Il Presidente FISPES Sandrino Porru commenta: “Lo sport è uno strumento importante, spesso determinante per la crescita umana, per quella scuola di vita dalla quale scaturisce il percorso di realizzazione di ciascuno di noi, ma non dobbiamo mai dimenticare il binomio inscindibile tra sport e salute. Il rinvio delle Paralimpiadi va proprio a sottolineare l’importanza della tutela della salute con la dimostrazione di vicinanza e con sentimento di solidarietà verso chi è stato direttamente colpito dalla pandemia. Sono sicuro che presto usciremo da questo tunnel, pronti a ripartire sempre più determinati verso nuove avventure, orizzonti e importanti traguardi sportivi. Sarà un’altra occasione per andare ‘oltremodoltre’ e poterci finalmente riabbracciare sui campi di gioco”.
Il Presidente CIP Luca Pancalli dice: “Orgoglioso di far parte di un movimento che antepone la tutela della salute umana agli interessi economici. Rinviare i Giochi di Tokyo 2020 è un segno di rispetto nei confronti di chi sta perdendo i cari e soffrendo a causa del Covid-19. Che i Giochi possano diventare un momento di rinascita”.
I commenti degli atleti della Nazionale azzurra di Atletica paralimpica
Assunta Legnante: “Il rinvio era inevitabile. Sarà ancora più bello dopo aver vinto la battaglia contro il virus, riunirsi in un evento del genere e lottare per il tricolore”.
Martina Caironi: “Hanno preso la decisione giusta. In questo periodo ognuno di noi ha potuto toccare con mano la precarietà della vita e anche di alcune certezze che pensavamo di avere. Per quanto mi riguarda, da quando ebbi l’incidente nel lontano 2007, ho capito che tutto può cambiare da un momento all’altro e dunque quello che ci resta da fare è rimboccarci le maniche e affrontare di petto la situazione nuova che si ha di fronte”.
Oxana Corso: “Una scelta sofferta, ma necessaria soprattutto per tutelare la salute di noi atleti. Questo ci permetterà di riprogrammare il cammino verso Tokyo in sicurezza”.
Oney Tapia: “Condivido questa decisione presa nel rispetto di tutta l’umanità. Ringrazio medici, infermieri e forze dell’ordine che stanno lavorando tantissimo per noi. Continuiamo a fare squadra e presto ne usciremo vittoriosi.”
Monica Contrafatto: “Ora la priorità per tutti è superare questo terribile momento. La determinazione, l’impegno, il sacrifico che noi atleti mettiamo ogni giorno nello sport, ed ora stando a casa, devono essere un esempio per tutti per poter sconfiggere il virus e tornare più forti di prima. Lo sport per me ha significato la rinascita e non vedo l’ora che tutti possano sentirne il suo tepore. Adesso aspetto che questa tragedia immane finisca per ritornare in pista e prepararmi per il grande sogno Tokyo 2021”.
Giuseppe Campoccio: “Decisione intelligente. Quando arriverà il momento di competere, sarò pronto. Ma per ora penso che dovremmo concentrarci tutti sulla sicurezza, la salute e il benessere di noi stessi, delle nostre famiglie, della nostra nazione e del mondo. Il sogno sportivo è strettamente legato al sogno della vita, il bene più prezioso che abbiamo, allora continuiamo a farlo”.
Roberto La Barbera: “È una decisione giusta e rispettosa. Per tutti gli atleti pensare di preparare una Paralimpiade al top dopo tutta la sofferenza di questi mesi sarebbe stato difficile ed improponibile. Prepararsi per un anno ancora è un motivo in più per cercare di arrivare ancora più forti e motivati per gareggiare per la nostra nazione e anche per tutte le persone che hanno sofferto”.