TORRE ANTICA

La prima fonte storica sui quartieri e zone ci viene da una pubblicazione del reverendo DI DONNA XVIII secolo, le zone erano due: “il centro abitato e la rimanente parte costituita da verde distesa di prati, di lussureggianti vigneti, intramezzata da neri ammassi di pietra vulcanica”. Il centro delimitato dal Capotorre fino alla sbarra del Purgatorio e Via Piscopia fino al mare era diviso in cinque quartieri denominati: Capo La Torre -Vico di Mare-Borgo-Malafronte e Falanga. I nomi si ricollegano a fattori topografici o riprendono quelli di famiglie residenti della zona. Solo i primi due corrispondevano a funzioni svolte nel tempo: il primo si situava all’entrata della città venendo da Ercolano, il secondo corrispondeva alla zona di mare con insediamento di famiglie di pescatori e corallini. Questa antica divisione fu già superata agli inizi del XIX secolo quando il passaggio dalla pesca alla lavorazione -commercio del corallo provocò uno spostamento del baricentro economico della città dalla zona mare a quella intermedia. E’ il primo momento storico urbanistico che va dal 1880 al 1930 che provoca una nuova suddivisione in zone funzionali con specifiche attività. Zona A: Dalla strada Fontana ed il mare comprendente Calastro e fino alla Via S. Giuseppe alle Paludi porto-cantieri- commercio- generi navali e persino due fabbriche: conserve alimentari e cementi. Zona B: tra via Roma e Via C.Battisti, S.Noto, Comizi, Piscopia, Piazza del Popolo e Fontana prevalevano ditte di fabbricanti-commercianti di corallo negozi e servizi come uffici comunali agenzia di istituto di credito, uffici postali e telefonici, Regia Questura -Teatro- scuole sedi di società di mutuo soccorso,di associazioni e di partito. Zona C: tra Corso Vittorio Emanuele,con spiccata funzione turistica a Via Circumvallazione, Veneto Autostrada, Viali Diaz e Colombo presentava villa di cura, scuole, preventorio e attività produttive come Piscopo – Coral – Manifactury. Zona D: tra via Purgatorio lungo la SS.tirrenica predominava la funzione agricola con ditte di mediazione e di esportazione di frutta con il mercato ortofrutticolo, era una zona di campagna. Quindi la città sino al 1936 con i suoi 47867 residenti, pur non essendo dotata di un piano regolatore riusciva a sopportare le reali esigenze, di una popolazione laboriosa con la conseguente espansione delle fabbriche , palazzi e quartieri. Il giusto numero di abitanti per una città a misura d’uomo, sino ad allora i torresi di distinguevano per zone e per quartieri di appartenenza in una perfetta simbiosi sociale di classi e di appartenenza. "Di dove sei?" era una delle tante domande che ci ponevamo fino a qualche anno fa, risposta:" i miezz a torre, i ncopp a guardia,i miezz a parrocchia, etc.etc.. Sentivamo tutti il senso dell’appartenenza. Poi il caos urbanistico sino ad oggi sembra aver fatto di Torre del Greco un grande quartiere dormitorio: alcuni perplessi da un bel po’ si chiedono in quale città vivono…
Ranesi