CONSUMATORRE

Specialmente nelle nostre zone, sono sorti negli ultimi anni numerosi centri commerciali che vendono beni a prezzi convenienti. Certamente una comodità per il consumatore, poiché essendovi un vasto campionario, si possono scegliere con tranquillità i beni che soddisfano le esigenze. Come sempre, però, anche in ciò che apparentemente presenta più aspetti positivi bisogna fare molta attenzione al “dopo” e, spesso, anche al “prima”, soprattutto quando il bene acquistato verrà consegnato successivamente, ad esempio un mobile. In questi casi, molti di questi centri richiedono al cliente la sottoscrizione di un contrato non appena ha fatto la sua scelta, con contestuale versamento di un acconto che vale come caparra. Il cliente, soddisfatto, torna a casa e attende con ansia la consegna del bene acquistato. Dopo alcuni giorni riceve il bene al proprio domicilio e, talvolta, con molta sorpresa, riscontra che l’oggetto consegnato non corrisponde a quello acquistato (colore diverso, rifiniture differenti, dimensioni minori o maggiori ecc), insomma è un prodotto più scadente. In tutti
questi casi, purtroppo, il contratto sottoscritto è volutamente generico e non consente una contestazione legale. Come ovviare? Il consumatore, al momento dell’acquisto, dovrebbe recarsi in questi centri con una macchina fotografica e far allegare al contratto la foto del bene acquistato, esigendo che sullo stesso siano riportate dettagliatamente tutte le caratteristiche. Se, invece, non vi è un contratto, il “trucco” del fornitore (sia ben chiaro non di tutti) consiste nel pretendere il pagamento della somma residua prima della consegna. In tal modo, il cliente ha onorato perfettamente la sua obbligazione e, se gli accordi sono stati solo verbali, è difficile dimostrare che la merce consegnata è diversa da quella richiesta. Potrebbe essere opportuno, allora, versare un acconto minimo, riservandosi di saldare il prezzo al momento della consegna e dopo aver verificato la conformità del prodotto. Il saldo, in questo caso, potrebbe rappresentare l’unica difesa a disposizione del consumatore nei confronti del fornitore il quale, pur di ottenere il pagamento del prezzo, potrebbe essere indotto ad una maggiore verifica e, all’occorrenza, sostituire il bene.
Pres. Antonio Cardella
Uni. Naz. Consumatori TdG
 
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 ottobre 2010