IN CUCINA CON ANGIE CAFIERO

Camillo Benso conte di Cavour, prima di dimorare al Castello di Grinzane, fra il 1832 e il 1849, non sapeva "distinguere un cavolo da una rapa”. In pochi anni si appassionò all’agricoltura e alla cucina, tanto da scrivere, con orgoglio, in una lettera ad un amico: “Dovete sapere che sono diventato agricoltore…“. Nei suoi possedimenti cercò sia di migliorare la coltura della barbabietola da zucchero, che di produrre un eccellente Barolo vinificato con i consigli del famoso enologo francese Odart. In quel periodo Cavour amava desinare con un piatto composto da riso condito di burro e parmigiano, arricchito con pezzetti di pomodoro saltati in padella e uova frittellate. Per sposare tutti questi ingredienti la pietanza era passata in forno per alcuni minuti e servita
irrorata con sugo di arrosto ristretto. Cavour riteneva che il gusto del suo riso veniva esaltato se annaffiato da una bottiglia di Barolo.
<u>Ingredienti</u>: riso, pomodori maturi, uova, burro, parmigiano q.b., sale q.b.
<u>Esecuzione</u>: Lessate del riso, scolatelo bene e conditelo con burro e parmigiano. Prendete dei pomodori ben maturi, tagliateli a cubetti, saltateli in padella e amalgamateli con il riso. Nel frattempo friggete delle uova, regolate di sale e pepe e poi adagiatele sul riso che avrete messo in una teglia da forno. Gratinate. Un’ottima
alternativa potrebbe essere quella di fare una frittata e tagliarla a strisce dello spessore di una tagliatella, ed adagiarle sul composto prima di mettere al forno e gratinare
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 9 marzo 2011