GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO

Tra poche settimane, 12 e 13 giugno, i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimere il loro voto in occasione dei referendum, che, per chi non lo ricordasse, riguardano temi di grande importanza, quali la gestione dei servizi idrici, l’energia nucleare e il c.d. “legittimo impedimento”. L’art. 75 della Costituzione prevede questo importantissimo istituto di democrazia diretta, che consente ai cittadini di incidere, appunto, in maniera diretta sul nostro ordinamento, determinando l’abrogazione (è il caso, dunque, del referendum abrogativo) totale o parziale di una legge o di un atto equiparato alla legge. Ai fini della validità del referendum è prevista, sempre in base all’art. 75 della Costituzione, la partecipazione necessaria della maggioranza degli aventi diritto al voto,
ossia di tutti coloro che possono votare per l’elezione alla Camera dei deputati; l’effetto abrogativo, laddove venga raggiunto il quorum dei partecipanti al voto, si produce se la maggioranza dei votanti abbia detto di sì all’abrogazione. E’ importante ricordare, peraltro, che in occasione della consultazione referendaria il “Sì” e il “No” vanno letti, rispettivamente, come volontà di abrogare la norma e, all’opposto, come volontà di mantenere
in vita la stessa; in ciò si sostanzia, appunto, il carattere abrogativo del referendum previsto dal citato articolo della Costituzione. Non è certamente intenzione di chi scrive invitare i lettori del nostro giornale a votare in un senso o nell’altro rispetto ai temi oggetto della consultazione popolare del 12 e 13 giugno; vogliamo, invece, sottolineare l’importanza dell’ istituto referendario, in quanto, a maggior ragione in un Paese in cui la legge elettorale per le elezioni politiche prevede il sistema delle liste ‘bloccate’, detto istituto rappresenta una delle poche occasioni in cui i cittadini possono davvero partecipare all’evoluzione del nostro ordinamento giuridico. Invitiamo, quindi, gli elettori, prima di scegliere se recarsi o meno alle urne, di informarsi sui quesiti referendari, al fine di capire se davvero vale la pena di rimanere a casa.
Alessandro e Giovanni Gentile
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 18 maggio 2011