IN CUCINA di Angie Cafiero

Il Duca di Buonvicino inventò questa ricetta su richiesta di alcuni esponenti del clero per i giorni della quaresima. La “fritta di scammaro” si ottiene mettendo i maccheroni così conditi in una padella antiaderente, facendoli dorare dall’una e dall’altra parte fino a quando questi non diventano croccanti. La ricetta che vi propongo si ispira alla preparazione appunto del Duca di Buonvicino – Ippolito Cavalcanti
Ingredienti: 500g di spaghetti, spicchi di aglio, 150g di olio extra vergine di oliva, 50g di capperi dissalati, 100g di olive di Gaeta snocciolate, un pizzico di peperoncino, prezzemolo e sale. Il Cavalcanti nella sua ricetta aggiungeva anche 50g di uva passa e 50di pinoli.
Esecuzione:
In una grossa padella dorate gli spicchi d’aglio nell’olio ed una volta che questi si son rosolati eliminateli e versate i capperi, le olive ed un pizzico di peperoncino, abbassate la fiamma e fate amalgamare dolcemente per pochi minuti gli ingredienti fra di loro aggiungendo un pò d’acqua acqua della pasta. Regolate di sale e, a fiamma spenta, aggiungete una manciata di prezzemolo tritato. Cuocete gli spaghetti ben al dente e versateli in padella facendoli insaporire qualche minuto a fiamma vivace con la salsetta. Fate cuocere la frittata prima da un lato e poi dall’altro, tenendo la padella inclinata, presentandone alle fiamme solo un settore per volta e facendola ruotare sempre nello stesso verso. Una volta cotta la prima facciata (che dovrà risultare uniformemente rosolata anche al bordo), rivoltate la frittata servendovi di un coperchio, poi fatela di nuovo scivolare nella padella dopo avervi fatto riscaldare un po’ d’olio e fate cuocere e imbiondire come la prima anche la seconda facciata. La frittata dovrà presentarsi rosolata anche lateralmente e come una pizza compatta. Servite immediatamente.
 
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