La società informa la società – Tutti gli italiani, o almeno la stragrande maggioranza, conoscono le problematiche legate alla presenza di stranieri sul territorio e a quanto si è verificato negli ultimi tempi come per esempio la strage di Lampedusa. Ma qual è il numero esatto di extracomunitari insediati sul suolo italiano? Nell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Italia si è notevolmente accresciuta; i dati del censimento 2011 segnalano che il numero dei residenti stranieri è triplicato rispetto all’anno precedente. Nel 2012 i cittadini stranieri non comunitari presenti sul suolo regolarmente erano circa 3milioni e 600mila in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia tra il 2010 e il 2011 i flussi di nuovi ingressi verso il nostro paese hanno subito un brusco rallentamento: i permessi rilasciati nel 2011 erano 361.690, ovvero il 40% in meno rispetto al 2010. Qual è il loro livello di istruzione? Gli stranieri di età compresa tra i 15 e i 65 anni presentano livelli di istruzione simili a quelli della popolazione italiana. Circa la metà degli stranieri è in possesso al più della licenza media (49,9% a fronte del 45% degli italiani), il 40,9% ha un diploma e il 9,2% una laurea. Per quanto riguarda la forza lavoro, il tasso si occupazione degli stranieri è più elevato di quello degli italiani come anche, tuttavia, il tasso di disoccupazione. Il tasso di inattività, invece, è nettamente inferiore. Malgrado i diversi punti di vista, questi dati non sono del tutto rassicuranti se consideriamo i dati legati al tasso di attività degli stranieri nettamente superiore a quello degli italiani, tuttavia non vanno sottovalutati i vantaggi che il nostro paese potrebbe trarre dagli stessi. Agli inizi di gennaio del nuovo anno ,il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, in un’intervista al ”Corriere delle migrazioni” afferma: ”Per me – ha detto la Kyenge – la questione sulla cittadinanza rimane una priorità, un obiettivo e anche una promessa. Senza di essa, infatti, e’ difficile parlare di integrazione completa”. Alla nuova legge si dovra’ arrivare, pero’, in accordo con tutte le parti ”per evitare – ha commentato il ministro – che con un nuovo governo, si cambi di nuovo la legge”. Le modalità di ottenimento della cittadinanza, secondo la Kyenge, variano da caso a caso. ”La mia proposta, da deputata, e’ stata quella di uno ius soli temperato per i bambini che nascono in Italia da genitori stranieri che hanno alle spalle un percorso di integrazione. Mentre, per coloro che arrivano qui molto piccoli, prevedeva la possibilità di ottenere la cittadinanza dopo aver concluso un ciclo scolastico”. Ad oggi ancora nulla si è mosso nel concreto.
Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 29 gennaio 2014