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Il sabato è considerato, dai giovani di oggi, un giorno, per così dire, “sacro” poiché dedito allo svago e al divertimento più totale. E’ ormai risaputo, tuttavia, che da alcuni anni a questa parte, questo giorno viene catalogato come uno dei più tremendi e pericolosi, durante il quale, specialmente i genitori, vivono con il fiato sospeso sperando che niente e nessuno gli porti via i propri figli. Ma nonostante le mille raccomandazioni e le precauzioni, basta accendere la TV la domenica mattina per rendersi conto che circa 10 o 12 ore prima, in molte parti d’Italia, si è scatenato l’inferno e che molti ragazzi, spesso anche minorenni, hanno perso la vita a causa di incidenti stradali, assunzione di stupefacenti o di liti finite in tragedia. E’ a dir poco doloroso sfogliare le pagine di un quotidiano e leggere la notizia di una giovane vita stroncata dalle cause più varie. Secondo recenti statistiche è stato evidenziato il fatto che il sabato, nella fascia oraria che va dalle 22 alle 6 del mattino, si verificano,in media,il 15,6% degli incidenti causa di decessi. La settimana disegna un grafico della mortalità che forma un triste crescendo: 148 vittime la notte del lunedì, 151 il martedì, 180 il mercoledì, 190 il giovedì, 280 il venerdì e 408 il sabato. Insomma dati piuttosto allarmanti e, soprattutto, molto pericolosi. Ma non è tutto: l’introduzione delle misure di sicurezza per quanto riguarda i veicoli, ha diminuito il tasso di mortalità dovuto da incidenti; tuttavia nella fascia compresa tra 15 e i 24 anni, non si assiste ad alcuna diminuzione. In definitiva i giovani non si comportano come la popolazione generale e non rispondono positivamente alle misure precauzionali. Si tratta quindi di un problema con radici assai più profonde che riguarda, forse, la psiche dei giovani che va ad intaccare il loro modo di agire.
Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 30 giugno 2012