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La transizione alla vita adulta è socialmente determinata da una serie di riti di passaggio che segano l’ingresso nella maturità . Il passaggio al nuovo status sociale nella società moderna viene identificato da alcuni marcatori di soglia tra cui la conclusione del percorso formativo e il conseguimento di un inserimento relativamente stabile nel mondo del lavoro. Ma i giovani, in particolare, si trovano ad affrontare tale transizione in un momento societario che, diversamente da quello dei loro padri, non è in grado di fornire punti di riferimento istituzionali stabili , soprattutto nel mercato del lavoro che ha sempre rappresentato il primo passo verso l’ingresso all’età adulta ma che oggi e piuttosto instabile. Ma la situazione è ancora più drammatica di quanto sembri. Di questi tempi la categoria "giovani" comprende una platea sempre più vasta di soggetti che arriva ben oltre i 40 anni. A rendere giovani quelli che una volta sarebbero stati considerati padri o madri di famiglia, non è solo l’allungamento della vita media, ma piuttosto lo status di "precariato" che porta sempre più "giovani" a restare oltre il limite entro le mura familiari e a non crearsi una propria vita autonoma. Secondo l’Istat quasi l’80% degli italiani tra i 18 e i 39 anni vive ancora a casa con i genitori. La maggior parte di questi non ha una reale alternativa a causa dell’instabilità economica dovuta al lavoro svolto. Negli ultimi anni il ricorso a forme di lavoro "flessibile" o "atipico" ha interessato oltre 4 milioni di persone prevalentemente giovani. Ma la situazione più anomala riguarda soprattutto i laureati per i quali le forme di lavoro atipico incidono in maniera decisamente maggiore rispetto a coloro che possiedono titoli di studio inferiori. Se ne deduce che il principale destinatario della precarietà è proprio il giovane laureato. In Italia il tasso di disoccupazione dei laureati è pressoché pari a quello dei diplomati, e il salario di ingresso di un laureato è pressoché lo stesso di un diplomato.
Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 10 aprile 2013