AVVOCATI DEL DIAVOLO

L’incendio della Città della Scienza, a Napoli, ha destato da subito il sospetto di un atto di matrice camorristica, soprattutto per le modalità, tutt’altro che improvvisate, con le quali è stato realizzato l’attentato. Da molti, tuttavia, si è sostenuto, e si sostiene, che il riferimento insistente alla criminalità organizzata sia, in casi del genere, essenzialmente un alibi, per spiegare eventi che, in realtà, possono avere un’origine assai varia, non necessariamente legata alla camorra e agli interessi di cui questa è portatrice. Da parte nostra il sospetto che dietro il rogo verificatosi a Napoli ci sia la mano della camorra indubbiamente sussiste; tuttavia, ci sentiamo di condivider e le osservazioni di chi, prendendo spunto dall’episodio che ha interessato la Città della Scienza, ha rivolto una critica nei confronti dei napoletani, a causa dell’inerzia che troppo spesso li (ci) caratterizza rispetto al tema dell’illegalità e, quindi, anche rispetto al problema della camorra. A prescindere, infatti, da chi siano stati gli autori di questo crimine, che ha scosso l’opinione pubblica, non solo napoletana, la reazione che bisogna avere in casi del genere non può esaurirsi nel semplice e scontato accenno alla camorra, dietro il quale si cela, a ben vedere, la rassegnata constatazione che la criminalità organizzata possa fare tutto ciò che vuole; l’atteggiamento passivo che, purtroppo, caratterizza tutt’ora molti cittadini deve essere abbandonato in favore di un fronte comune non solo contro la camorra, ma, più in generale, contro tutti coloro che violano le regole. Occorre, allora, denunciare alle autorità competenti, anche attraverso i media, i comportamenti illeciti. Ciò, ovviamente, r ichiede fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini, ma, considerata la ‘posta in palio’ (è in gioco la vita democratica di almeno una p arte del Paese), questi non possono permettersi il lusso di diffidare dalle istituzioni che li rappresentano.
Alessandro e Giovanni Gentile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 marzo 2013