Il primo cittadino Gennaro Malinconico vara la sua nuova giunta e conferma tre assessori su sette

Gennaro Malinconico per il varo della nuova giunta ha dato u n’occhiata prima di tutto alla cabala. Qualcuno gli aveva suggerito di varare il nuovo esecutivo di venerdì, ultimo giorno settimanale di attività per i lavoranti della politica nostrana, in modo da avere tutto il weekend per far elaborare la nuova squadra al popolo votante e annoiato. Ma dando un’occhiata al calendario si è accorto che venerdì combaciava con il numero 17. E lui sa benissimo che il numero 17 faceva inorridire i seguaci di Pitagora e che nell’Antico Testamento segna la data di inizio del diluvio universale. Inorridito e facendo i dovuti spergiuri ha fissato la presentazione a giovedì 16. Con l’attenzione degna dei migliori analisti, nell’aria viziata d i Palazzo Baronale, i colleghi giornalisti hanno esaminato la composizione della nuova squadra rendendosi subito conto che il tanto sbandierato rinnovamento della giunta tediante ed immobile, guidata dal penalista Malinconico passa dal confermare tre dei sette assessori presenti da quasi un anno a Torre del Greco e che del loro operato non hanno lasciato una notevole traccia. Infatti, restano al loro posto il discusso Francesco Balestrieri (sostenuto dal consigliere provinciale, Alfonso Ascione), con deleghe all’Ambiente e alla N.U.; la donna di fiducia di Nicola Donadio, Claudia Sacco (che mantiene la delega alla Politiche sociali); e la donna di fiducia del sindaco Malinconico, Patrizia Kivel Mazuy, che sarà impegnata sul fronte dell’Urbanistica, del Condono edilizio, del PUC e di PIU Europa. I colleghi giornalisti già erano rimasti senza fiato per aver scoperto che l’esempio curriculare da seguire (come aveva più volte ricordato il sindaco con il Codice Penale in mano) per la nomina dei nuovi assessori, l’avvocato Patrizia Kivel Mazuy, f osse stato accontanoto, e con lui la necessità di lasciare spazio a profili politici a discapito di quelli tecnici (la richiesta d i vari gruppi consiliari), per seguire logiche partitiche che hanno messo da subito in discussione il campo di manovra del sindaco con la “carta bianca” in tasca, ricevuta dai partiti nei giorni caldi delle dimissioni per ripensarci e tornare così alla guida della quarta città della Campania. Quindi, troviamo con finto stupore, tra gli idonei e arruolabili, il perito industriale Gerardo Guida, imposto dall’immortale onorevole Nello Formisano, sulla poltrona di assessore alle Attività produttive; e sulla seggiola da vicesindaco, dopo un l ungo travaglio del Pd, si siederà il ragioniere Lorenzo Porzio, che si occuperà di Turismo, Sport, Mobilità e parcheggi. A completare il quadro troviamo il segretario cittadino di Sel, Antonio Boschetti, che dovrà occuparsi del Bilancio comunale; e l’ex assessore ai tempi di Ciavolino sindaco, Ciro Sorrentino, sponsorizzato da Ciro Piccirillo (Idv), che ha avuto la meglio su un altro ex assessore, Flavio Russo, e un altro architetto, Gerardo Terrone, e che si occuperà di Lavori pubblici, Edilizia cimiteriale e cimitero. Con queste credenziali gli uscieri di Palazzo Baronale pensano che il pallino per il futuro assetto dell’Amministrazione comunale non sia più nelle m ani di Gennaro Malinconico,che con i suoi fedelissimi e consulenti sta facendo sforzi terribili per r iportare un clima di normalità dentro le stanze del potere. E hanno ragione, perché a decidere le sorti della quarta città della Campania non saranno né il contraddittorio Malinconico, né l’ammaccato Pd, che per un gioco di circostanze ha occupato la poltrona di numero due a via del Plebiscito. Per gli uscieri il vero kingmaker non sarà nemmeno Alfonso Ascione, ma Nello Formisano che,esercitando una moral suasion discreta e decisiva, spiegherà all’occhialuto sindaco di Torre del Greco come si devono sistemare le cose a Palazzo Baronale. Alfonso Ancona

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola 22 maggio 2013