Torre del Greco – Tra le diverse realtà politiche emergenti a Torre del Greco si sono ultimamente distinte quelle di estrema destra, ovvero CPI e Forza Nuova, accanto a queste però, sta prendendo passo un’altra importante iniziativa: Rete Corallina Antifascista.
Abbiamo intervistato Ciro Iacomino, un loro rappresentante, per farci un’idea di chi siano questi giovani, e cosa facciano di buono per la cittadinanza.
Cosa vuol dire per voi fare attivismo?
Per noi fare attivismo significa cercare di incidere sulla propria realtà sociale su basi politiche, bypassando i media istituzionale, parlando alle persone direttamente e portando la propria azione nel campo concreto del proprio territorio. La nostra attività non è semplicemente di opposizione all’amministrazione torrese ma è una prassi che riconosce le problematiche reali.
Una tematica scottane per Torre del Greco è il centro d’accoglienza per gli immigrati, cosa ne pensate a riguardo?
Per noi il tema del centro d’accoglienza è un tema importante ma un po’ farlocco, infatti il sindaco e diversi giornalisti hanno usato il tema per montare una vera e grossa bufala propagandistica, cercando di alimentare l’odio per il diverso e lo straniero, sentimenti razzisti e reazionari che speravamo di aver cancellato dal nostro dizionario sociale. Il fantomatico centro d’accoglienza infatti per ora non esiste, ed i migranti che potrebbero essere ospitati a torre del Greco non sono comunque più di trenta, non che questo cambi l’atteggiamento al tema per noi, che facciamo della solidarietà e dell’inclusione valori fondanti.
C’è comunque un documento della prefettura di Napoli che dice, nero su bianco, che questo centro aprirà.
Resta in primo luogo una questione di diritti umani. Detto questo è necessario però approfondire: il vero punto della questione legato ai Centri di accoglienza straordinaria è la speculazione illecita che vi è alle spalle. spesso chi gestisce questi centri non permette agli immigrati nemmeno quel minimo aiuto che basterebbe per una esistenza quantomeno dignitosa. Quello che faremo, qualora verrà fatto un centro di accoglienza a Torre, sarà vigilare sul rispetto dei diritti delle persone accolte. Credo che sia chiaro che dall’incontro col diverso non possa che scaturire un guadagno per tutti, quale sarebbe altrimenti la minaccia? Spesso si disegna lo straniero o come un parassita o come uno che “ci ruba il lavoro”, è paradossale.
Possiamo quindi affermare che “Torre non si lega”?
“Torre non si lega” è lo slogan che abbiamo elaborato in occasione della nostra prima contestazione a Ciro Borriello, Torre è una città che vive sotto al Vesuvio, non si sottomette a logiche razziste e xenofobe come possono essere quelle della Lega Nord, la maggior parte della nostra gente non si riconosce in un partito come quello di Salvini, non ci si sottomette a quelle logiche di potere che creano squilibrio sociale.
Fabio Cirillo