L’ipotesi dell’Associazione socio politica “Prima Torre Prima”
Un punto interrogativo, nello scenario elezioni, lo rappresenta anche l’associazione “Prima Torre Prima”, collegata a Filippo Colantonio. “In considerazione della espressa volontà di significare la nostra presenza in modo attivo nella prossima Amministrazione della città -fa sapere lo stesso Colantonio -, l’Associazione si impegna a prestare il proprio contributo a lla causa di un Candidato Unico della Coalizione a cui aderiremo, ma ove mai la Coalizione si divida individuando più “sindaci” sarà presa in considerazione opportunamente la possibilità di una discesa in campo a tale ruolo del sottoscritto alla guida della nostra lista e cercando eventuali condivisioni sui temi programmatici che riteniamo essenziali per il Rilancio di Torre del Greco”. Una possibilità, quindi, quella palesata dall’associazione che vedrebbe quindi Filippo Colantonio candidato sindaco per la cittadina del corallo.

Filippo-Colantonio

Già pronti, fa sapere sempre Colantonio attraverso un comunicato stampa, anche i punti programmatici sui quali insistono. Punti che spaziano tra le varie problematiche cittadini, come l’economia, lo sviluppo e l’occupazione, la salute del cittadino e del territorio, l’urbanistica, la scuola, lo sport e la cultura, la trasparenza e la legalità, i rifiuti e l’igiene urbana, ed, infine, le politiche sociali. E’ importante – continua Colantonio nel comunicato stampa che Torre del Greco nel panorama politico Provinciale e Regionale diventi protagonista delle dinamiche che interessa- no i nostri territori e non essere sempre succube. Un primo atto Istituzionale – spiega – è convocare una Conferenza dei Sindaci della Provincia di Napoli per elaborare un documento che chieda a gran voce, da parte del Ministero delle Riforme, per la istituenda “Citta Metropolitana” la nomina a SINDACO di un esponente rappresentativo dei comuni della provincia e non come invece previsto del Sindaco del capoluogo. Inconcepibile, in quanto sminuisce l’essenza dei più di 90 comuni rappresentati e crea un doppio incarico non condivisibile anche per eventuali conflitti di competenze e soprattutto di una ridotta disponibilità dello stesso a dedicarsi ad un così alto carico di lavoro a discapito delle numerose esigenze dei territori interessati”.